ANCONA – Il suo nome è Aeham Ahmad, ma tutti lo conoscono come “il pianista di Yarmuk“, il gigantesco campo profughi palestinesi alle porte di Damasco. È il ragazzo che suonava il pianoforte per strada, fra le macerie, in mezzo alle case bombardate. Nel campo profughi il giovane siriano provava a dare conforto ai sopravvissuti con la musica. Oggi ha 29 anni e vive in Germania ed è a lui che sarà assegnato quest’anno il Premio Adriatico Mediterraneo, che ogni anno viene solitamente dato alle personalità che si impegnano per la cultura e per i diritti nel Mediterraneo e nei Balcani.
«Il premio vuole essere un riconoscimento al valore della cultura e dell’arte come elemento di pace e di conoscenza, anche nelle situazioni più critiche e disperate», commenta Giovanni Seneca, direttore del Festival Adriatico Mediterraneo che, quest’anno si svolgerà nuovamente a fine estate, dal 29 agosto al primo settembre. Aeham Ahmad, classe 1989, pianista, lavorava nel negozio di strumenti musicali di suo padre quando scoppiò la guerra in Siria. Lui portava il suo pianoforte in strada con un carretto e cantava per la gente stremata dall’assedio delle truppe di Assad, dai jihaidisti, dai bombardamenti e dalla fame. Il giorno del suo compleanno arrivarono i miliziani dell’Isis e bruciarono il suo pianoforte, in quanto “haram”.
A quel punto Aeham decise che era giunta l’ora di partire e percorrere le migliaia di chilometri che separano Damasco da Berlino a piedi, su bagnarole di fortuna, autobus devastati, come migliaia di suoi connazionali. In Germania ricominciò a fare ciò che faceva a Yarmuk: suonare e cantare per i bambini sballottati dall’esilio, fare concerti e a ricevere riconoscimenti per il suo impegno a favore dei diritti umani. Aeham Ahmad riceverà il Premio Adriatico Mediterraneo mercoledì 29 agosto (ore 18.15) nella sede IAI della Cittadella e la sera stessa terrà un concerto alla Mole Vanvitelliana (ore 21.15, ingresso 12 euro).
A fine agosto, dunque, tornerà Adriatico Mediterraneo Festival, rinnovato nella formula, nella durata, nei luoghi e nelle scelte artistiche. «Adriatico Mediterraneo è un festival che rilancia, con sempre più convinzione, la necessità di un dialogo tra i popoli attraverso la cultura – spiega Seneca – e sposta l’attenzione verso il Mediterraneo e in particolare verso il Nord Africa. Sotto il profilo artistico abbiamo cercato di fare un lavoro profondo e originale di ricerca delle realtà più interessanti della scena nordafricana, tenendo però ben ferma la cifra più caratteristica del festival di indagare le tradizioni musicali dell’area adriatico balcanica. I concerti alla Mole saranno infatti dedicati ad artisti significativi del panorama musicale mediterraneo con uno sguardo approfondito sull’area maghrebina, artisti in grado in Europa di catturare l’interesse di migliaia di spettatori ma ancora poco conosciuti da noi: artisti come Bombino, o Aeham Ahmad sono noti a livello internazionale e saranno una bella scoperta, così come i Mezsecsinka, mentre siamo onorati di ospitare il progetto A.T.A. lanciato dal cantante dell’Orchestra di Piazza Vittorio Houchine Ataa».
CONCERTI ALL’ALBA E AL TRAMONTO – In questa edizione AdMed seguirà il sole a suon di musica, dall’alba sul mare al tramonto sempre sul mare fino a notte, scoprendo e riscoprendo luoghi simbolo di Ancona: la Mole, la scalinata del Passetto, il parco del Cardeto, il porto antico, Capodimonte. Con alle spalle il sole che sorge, alle 6 del mattino, al Passetto si esibiranno tre raffinati chitarristi. Luciano Pompilio, Giuseppe De Trizio e Sandor Szabo. All’ora del tramonto, alle 19.30, la scena si sposterà al Cardeto con il quartetto Se.Go.Vi.O, Giuliano Gabriele e il suo ensemble e il progetto Hyper+. Al porto antico andranno invece in scena i concerti a tarda sera, vicino alla Fontana dei due soli. Sul palco Fanfara Station, Mr Jod e la sua band, mentre venerdì 31 la scena si sposterà al Lazzabaretto con il dj anconetano Apeless. Chiuderà la rassegna l’irriverenza di SanGennarobar, dj set partenopeo con tocchi che giungono dall’Africa profonda, dal Salento, fino all’India e al Sud America.
CONCERTI ALLA MOLE – Dopo l’esibizione di Aeham Ahmad la prima serata del festival si concluderà con un concerto del chitarrista tedesco Stefan Grasse al tempietto di San Rocco, al centro del cortile della Mole. Il 30 agosto direttamente dai territori tuareg del Niger arriverà ad Ancona Bombino: chitarrista a cavallo tra rock, blues e world music, una delle voci più originali arrivate dall’Africa. Anche lui costretto a lasciare la sua terra a causa di guerre e scontri, è impegnato a favore di rifugiati e migranti. Il 31 agosto si alzerà il velo su A.T.A. – Acoustic Tarab Alchemy, il nuovo progetto di Houchine Ataa, il cantante tunisino dell’Orchestra di Piazza Vittorio, mentre il primo settembre toccherà ai Meszecsinka, gruppo con base ungherese ma con radici in tutta l’Europa orientale. I concerti alla Mole, tutti organizzati in collaborazione con AMAT, inizieranno sempre alle 21.15. (A.T.A. e Meszecsinka, 8 euro) e (Aeham Ahmad e Bombino, 12 euro).
DIRITTI E ROVESCI – Torna la rassegna di incontri a cura del Garante dei diritti di adulti e bambini delle Marche in collaborazione con il Consiglio Regionale delle Marche. L’obiettivo resta quello di indagare e approfondire l’evoluzione dei diritti e della loro rivendicazione tra Italia, Europa, Nord Africa e Medio Oriente. Tre gli incontri in calendario: il primo sul caporalato e il trattamento dei lavoratori nei campi con Aboubakar Soumahoro, sindacalista a capo delle proteste dei braccianti in Calabria dopo l’uccisione di Soumaila Sacko, che si confronterà con Stefania Prandi, giornalista autrice di “Oro rosso”. Venerdì 31 agosto, il giovane scrittore anticonformista, Hakan Gunday, dialogherà con il giornalista di Repubblica Marco Ansaldo, per esplorare cosa voglia dire oggi in Turchia libertà di espressione soprattutto per i più giovani. La conclusione del ciclo, sabato 1 settembre, è affidata al giornalista Alessandro Barbano che, partendo dal suo libro “Troppi diritti”, si confronterà sul perché avere in teoria troppi diritti rischi di diventare un problema per l’Italia.
INCONTRI, LIBRI, ESCURSIONI – Il programma di incontri e presentazioni è ricco nel corso dei quattro giorni di festival e si concentra fra La Feltrinelli di Corso Garibaldi e altre location nel centro di Ancona, con un percorso che si snoda tra pomeriggio e sera. Grazie alla collaborazione con Opera Societa Cooperativa sarà poi possibile scoprire luoghi e sapori dell’Ancona ebraica: una visita guidata nella storia e nel quartiere di Capodimonte tra i luoghi che costituivano il ghetto della città come via Bagno, corso Stamira, via Lata e via Astagno, dove hanno sede le due sinagoghe di Ancona, fino al parco del Cardeto che custodisce uno straordinario esempio di cimitero ebraico rivolto ad oriente e affacciato sul mare. Al termine dell’escursione poi, insieme a Vino al Vino Bistrot, si potrà degustare un aperitivo con vino kosher e assaggi della tradizione ebraica.