CASTELFIDARDO – Il 19 settembre Francesca Orlandoni ha lasciato questo mondo dopo una lunga malattia, a 50 anni. Amava la sua Castelfidardo lei, volontaria della Croce verde locale. Affezionatissima di Raffaella Carrà e tifosa dell’Inter, si è spenta all’ospedale di Osimo dove era ricoverata per una lunga malattia. Commovente il ricordo degli amici: «Francesca se ne è andata alla stessa maniera di come è vissuta: combattendo con tenacia il destino di una vita “in salita”. Con caparbietà non ha mai mollato e nonostante le avversità ha mostrato coraggio e voglia di andare avanti.

Tante battaglie e un carattere fiero e tenace, fino alla sconfitta di fronte ad un nemico che le ha portato via piano piano tutte le certezze di una vita “usuale” e serena. Sicuramente il suo viaggio terreno ha lasciato un segno, dimostrando che, nonostante le difficoltà, vale sempre la pena donarsi agli altri, che nel fare per l’altro ci si può riempire e ridare significato alla propria vita, che del bene materiale si può fare a meno e che ciò che importa è avere del tempo da trascorrere con le persone giuste ad aiutare il prossimo. Francesca, da sempre si è dedicata al volontariato e gli ultimi anni li ha dedicati completamente al prossimo, anche quando le forze venivano meno, non mancava di rendersi utile, per gli altri ed agli altri. Pronta a dare una mano, in silenzio, senza disturbare, lontano dal bisogno di apparire, ma una presenza su cui contare. In punta di piedi, quasi invisibile a “fare del bene per il bene”, insegnandoci il senso vero del volontariato e forse anche quello della vita, come scriveva il poeta sacro, “io ho quel che ho donato”: ecco. Francesca ci ha lasciato tutto quello che ha donato, molto più di ciò che aveva e poteva, ma il bene fatto rimarrà». Come ultime volontà ha scelto di vestire, con orgoglio fino all’eternità, la divisa della Croce Verde di Castelfidardo, un simbolo e segnale forte del suo amore e del suo impegno civico, per omaggiare quella che chiamava la sua seconda famiglia. I funerali oggi (21 settembre) nella chiesa di Sant’Antonio.