ANCONA – La grandezza dell’amore si esprime in questa commedia attraverso la sua fine. Così violenta da essere paragonata a una guerra. Il contesto è drammatico, ma intriso di ironia. “La guerra dei Roses”, romanzo di Warren Alder diretto da Filippo Dini, è una commedia comica e crudele e, insulto dopo insulto, ieri sera ha conquistato e divertito il pubblico del teatro delle Muse che ha riso e applaudito anche a scena aperta. Sul palcoscenico Ambra Angiolini e Matteo Cremon (Barbara e Jonathan Rose), nella parte che fu rispettivamente di Kathleen Turner e Michael Douglas nel film di successo di Danny De Vito del 1989.
La storia è nota e narra della lenta e terribile separazione tra i coniugi Rose. Lui ricco e ambizioso uomo d’affari, tronfio della sua fortunatissima carriera, lei una moglie obbediente, ma mai dimessa, che lo ha accompagnato nella sua brillante ascesa, con amore, stima profonda e un pizzico di fascinazione per le piccole o grandi comodità, che la loro vita quotidiana andava conquistandosi. A un tratto però, poco dopo l’inizio della commedia, tutto questo si rompe, si infrange contro lo scoglio della mancata realizzazione professionale di lei. Tutta la loro vita passata insieme, viene da lei completamente riscritta e reinterpretata, la sua maturata presa di coscienza la rafforza e la sprona, con una ferocia degna di una grande eroina, a scagliarsi sul suo amato, ora il responsabile della sua mancata affermazione, in un crescendo di cattiveria, rabbia e reciproche atrocità, fino alle estreme conseguenze.
Due ore di gesti violenti, ripicche e parole forti. Vengono alla luce le tensioni sopite e l’insoddisfazione profonda di Barbara. La vicenda degli sventurati amanti è narrata con la forza e le invenzioni nere e deformanti di uno Shakespeare pulp (alla “Tito Andronico”, basta vedere la sorte degli animali domestici). L’autore del romanzo mostra al tornasole le rabbie represse dei sentimenti sopiti dietro le foto di famiglia sorridenti e prodotte in serie, e si diverte non poco a dare loro libero sfogo, in un susseguirsi di cattiverie, di vendette, di violenze psicologiche ma non solo, condito da un macabro sense of humour.
Tutta la commedia è un’escalation di ripicche: Ambra chiude il marito nella sauna con chiodi e martello e spacca con una mazza da baseball la Ferrari di Jonathan. Matteo Cremon uccide la gatta della moglie e distrugge il paté preparato da Barbara. Come ha scritto nelle note di regia il regista Filippo Dini, «il signor Rose e la signora Rose e i loro doppi, che interpretano i loro rispettivi avvocati e altri personaggi nei quali si imbattono i protagonisti, come in un sogno che non avrà un lieto fine, ci divertiranno fino alle lacrime per la loro comicità e ci turberanno nel profondo, poiché sveleranno in modo più o meno consapevole i nostri intimi fallimenti nel comprendere l’”altro”, l’opposto, all’interno di noi stessi».
Una commedia straordinaria, raffinata e caotica al tempo stesso, comica e crudele, ridicola e folle, che trova forse in teatro la sua dimensione ideale, per la sua potenza espressiva e la sua dimensione terribilmente onirica. Merito anche della scenografia d’effetto. La maggior parte dello spettacolo si svolge in una casa inclinata con porte e scale e man mano il nido d’amore si trasforma nel luogo della guerra dei coniugi Roses. «È mia questa casa e te ne devi andare» grida più volte Barbara. «L’ho costruita io e continuerò a viverci», ribatte Jonathan, finché scoppia tutto quanto all’interno della casa e il lampadario cade e uccide i due coniugi.
Grande successo, dunque, ieri per lo spettacolo che ha convinto il pubblico e “La Guerra dei Roses” sarà al teatro delle Muse fino a domenica 3 dicembre (1 e 2 dicembre alle 20.45, 3 dicembre alle 16.30). La produzione è de La Pirandelliana in co-produzione con Goldenart Production s.r.l. e Artisti Riuniti srl. Sul palco, oltre Ambra Angiolini e Matteo Cremon, anche Massimo Cagnina ed Emanuela Guaiana. La regia è di Filippo Dini, scenografie di Laura Benzi, costumi di Alessandro Lai, luci di Pasquale Mari e musiche di Arturo Annecchino. La traduzione è di Antonia Brancati ed Enrico Luttmann. La Compagnia incontrerà il pubblico al Musecaffé sabato 2 dicembre alle ore 18.30. Condurrà l’incontro l’editore e giornalista Valentina Conti.
Leggi anche: Intervista a Matteo Cremon