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Antenna sulla prima collina di Senigallia, il comitato sollecita il sindaco: «Da che parte sta?»

Continua la battaglia dei cittadini che si sono sentiti spingere da Olivetti a ricorrere al Tar contro il palo alto 30 metri, dall'evidente impatto paesaggistico: «Ha il dovere di cucire i rapporti lacerati con la cittadinanza, non di acuirli»

L'antenna installata sulla collina del Cavallo, a Senigallia (prospetto verso sud): sullo sfondo Ancona
L'antenna installata sulla collina del Cavallo, a Senigallia (prospetto verso sud): sullo sfondo Ancona

SENIGALLIA – Continua il dibattito, anche se ormai è a una voce sola, sull’antenna installata sulla collina del Cavallo, a Senigallia. Il “comitato per il diritto alla partecipazione civica e per la tutela del paesaggio” torna a invocare un passo indietro del sindaco e dell’amministrazione comunale che invece tarda ad arrivare, mentre arrivano da altre personalità cittadine “pressioni” sui componenti della maggioranza consiliare.

«Da che parte sta il Sindaco? – si chiedono dal comitato -. Tutto tace a palazzo comunale a pochi giorni dall’udienza del TAR. Il sindaco Olivetti, che in campagna elettorale aveva promesso dialogo permanente con i cittadini e che poi ha invitato i suoi stessi cittadini elettori ad aprire un conflitto giudiziario appena ne ha avuto occasione, si rifiuta oggi di prendere posizione sul nostro invito a revocare in auto-tutela l’autorizzazione all’installazione dell’antenna di telefonia sul punto più panoramico di strada del Cavallo».

Secondo quanto riferiscono i residenti che contestano la scelta della localizzazione dell’antenna, sia nel merito che nel metodo, «il sindaco Olivetti e gli stessi funzionari dell’ufficio tecnico, di fronte ai rappresentanti del nostro Comitato (che oggi ha superato le 160 adesioni!) hanno difeso a spada tratta l’installazione dell’antenna, sostenendo che le norme edilizie non si applicano mai e in nessun caso a realizzazioni di tale tipologia. Così di fatto favorendo una logica da far west nella nostra comunità».

Dal comitato però arriva un nuovo appello al dialogo e soprattutto a un passo indietro, «lanciato al Sindaco e a tutta la giunta (cosa fa, a tal proposito, l’assessore silente all’ambiente, Elena Campagnolo?): si revochi in auto-tutela l’autorizzazione all’installazione in quel punto, ripristinando le norme di tutela ambientale e il buon senso. Il sindaco ha il dovere di cucire i rapporti lacerati con la cittadinanza, non di acuirli, come ha fatto e sta facendo in questa vicenda molto poco edificante per l’immagine di una amministrazione che si voleva porre in termini completamente diversi con la comunità cittadina. Il sindaco faccia un passo indietro: non decreti il fallimento della politica di dialogo con la città. E soprattutto il sindaco non provi a fare scaricabarili politici. Si assuma la responsabilità di una revoca in auto-tutela dimostrando di stare dalla parte della città o si assuma la responsabilità di difendere, di fatto, le posizioni delle grandi compagnie telefoniche».

Oltre al comitato per il diritto alla partecipazione civica e per la tutela del paesaggio, sulla vicenda interviene anche un cittadino coinvolto direttamente dalla realizzazione dell’antenna di telefonia mobile in zona Cavallo, a Senigallia. A parlare è Gianluigi Mazzufferi, il quale si rivolge alla consigliera comunale nonché capogruppo di Forza Italia Anna Maria Bernardini chiedendole un atto di dissenso verso la scelta politica della maggioranza di governo.

Sia «quelli impegnati in Giunta con il Sindaco, ma anche tu e gli altri, con questo colpevole e non giustificabile “silenzio-assenso” di fatto siete corresponsabili della scelta. Fin da quando, nei giorni del blitz del  “cantiere mordi e fuggi”, quando abbiamo ben compreso che nessuno di voi, in primis gli assessori cosiddetti “competenti”, vi eravate resi conto dei fatti. Nessuna conoscenza delle carte, delle pratiche in corso, dell’iter burocratico e, questo quasi ancor peggio, della pur minima conoscenza del territorio. Devo ammettere: vi abbiamo affidato incautamente la gestione di Senigallia, sperando che ne sareste stati capaci. Pensa Anna che lungo una “linea ideale di ben 800 metri” avreste potuto concordare razionalmente con questi “garibaldini dell’impiantistica telefonica”, una soluzione comunque meno impattante, anche se mai del tutto indolore. Di fronte a questa palese, imperdonabile distrazione i tuoi sodali hanno avuto la sfrontatezza, la tracotanza di pronunciare queste parole: “ricorrete pure al TAR e vedremo chi avrà ragione”. Uno schiaffo ulteriore a noi cittadini che, con il voto, in voi abbiamo riposto la nostra fiducia. Oggi con il ricorso depositato, grazie ad alcuni “volontari”, purtroppo non raccogliamo nemmeno un cenno di condivisione e tanto meno di apprezzamento». Queste le parole amareggiate di chi riponeva fiducia in un’amministrazione di centrodestra che si poneva in antitesi rispetto al centrosinistra che ha governato per tanti anni Senigallia.

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