CUPRAMONTANA – Lacrime, compostezza, silenzio.
Le lacrime di mamma Ljuba per la sua Mariya. La compostezza della tanta gente che ha partecipato, ieri sera, 16 ottobre, alla marcia che ha portato con sè anche il ricordo della giovane ragazza che si è tolta la vita.
Il silenzio. Che s’è fatto parte del tutto e che tutto ha avvolto in una sera umida scandita soltanto dai rintocchi, ogni quarto, dell’orologio civico.
Cupramontana ha voluto ricordare così Mariya che presto potrà riposare in pace, probabilmente nella sua terra d’origine, l’Ucraina. E, poi, si è raccolta attorno alla mamma per esternarle il suo cordoglio.
Il parroco, don Giovanni Rossi, prima di iniziare la marcia, ha voluto ricordare che «siamo un’unica famiglia, un’unica realtà. Restiamo in silenzio e nel silenzio facciamo crescere la vita. Che è preziosa, non va sprecata, e le ferite che ci infligge dobbiamo curarle insieme».
Alle 21 piazza Cavour ha accolto i partecipanti, tra i quali la signora Ljuba e la sorella, arrivate a piedi da via Bovio, poi tutti in cammino attraverso corso Leopardi, via Ferranti, ritorno in piazza Cavour e attraverso la porta delle logge, in piazza IV Novembre.
Qui tutti in circolo per ascoltare l’inno alla vita di Madre Teresa di Calcutta, letto a due voci, e la canzone “Che sia benedetta” di Fiorella Mannoia.
Dove la vita «è una corsa che decide la sua meta, quanti ricordi che si lasciano per strada, quante volte ho rovesciato la clessidra, questo tempo non è sabbia ma è la vita che passa…».
La vita che passa. E noi ce ne accorgiamo solo nel momento del dolore.