ANCONA – Dopo oltre 10 anni di assenza, la barbabietola è tornata tra le colture delle Marche. Il 22 luglio, macchine in azione per la prima storica raccolta della barbabietola da zucchero, un decennio dopo. Ritornano l’immagine cara a tanti marchigiani, di “montagne” di barbabietole ammonticchiate ai bordi tra campi e strada, e l’odore dolciastro che ne emerge.
Sono circa 300 gli ettari di campagna marchigiana, tutti biologici, dedicati a barbabietole destinate a diventare zucchero biologico 100% Made in Italy. È presto per fare bilanci, ma si stima un primo raccolto di 120 mila quintali.
Questo ritorno al passato, con occhi nuovi, si deve alla collaborazione tra Coldiretti e Coprob, l’unico produttore cooperativo di zucchero con una filiera tutta italiana. A stimolare la produzione è anche l’aumento della domanda dei consumatori che cercano sempre più prodotti di qualità, realizzati con procedimenti che mantengono il rispetto dell’ambiente e dei lavoratori, cosa che non sempre capita all’estero.
Coldiretti ha calcolato che oltre 4 pacchi di zucchero su 5 arrivano dall’estero mentre la produzione Made in Italy rischia di essere azzerata dalla concorrenza sottocosto dei Paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela), che nell’ambito dell’accordo di libero scambio con l’Unione Europea hanno ottenuto maggiori concessioni con il dazio zero sul contingente di 180 mila tonnellate.
«Abbiamo lavorato in sinergia con Coprob affinché nella nostra regione si potesse concretizzare una nuova opportunità per le nostre imprese», ha detto Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche. «I primi 300 ettari rappresentano un’evidenza di rilancio di una filiera storica per le Marche e il presupposto per programmare la futura campagna del prossimo anno. Il mercato dello zucchero certificato biologico e totalmente italiano è oggi una prospettiva in forte crescita in grado di rispondere alla richiesta dei cittadini e a quella di sostenibilità economica ed ambientale delle nostre aziende agricole».