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Regionali: per Ceriscioli ok al voto al 13 settembre, «ma bene anche fine luglio»

Il presidente delle Marche ha confermato il passo indietro nella corsa alle elezioni, dicendo di lasciare «una bella eredità». È anche tornato sulle proiezioni dell'Osservatorio Nazionale sulla Salute delle Regioni, sconfessate dallo zero contagi registrato oggi

Luca Ceriscioli
Il presidente regionale Luca Ceriscioli

ANCONA – Il 13 settembre: è questa la data «proposta delle sei Regioni dove si andrà al voto», ha dichiarato il presidente delle Marche Luca Ceriscioli intervenendo in videoconferenza sulle possibili opzioni per andare alle urne.
Il tema è stato al centro di un vertice a Palazzo Chigi nel corso del quale sarebbe ventilata l’ipotesi di una election day al 20 settembre, una ipotesi che però il governatore ha liquidato come «una fake news», in linea con quanto dichiarato anche dal suo omologo Stefano Bonaccini, presidente regionale dell’Emilia Romagna.

Ma Ceriscioli però, se da un lato si dice favorevole all’ipotesi del 13 settembre, dall’altro conferma che «fosse per me andrebbe bene fine luglio». Insomma, per il governatore delle Marche «rimane l’indicazione importante di fine luglio, ma perché possa concretizzarsi credo che il governo debba decidere tra oggi e domani».

Il 20 settembre non piace a Ceriscioli perché, come ha spiegato, significherebbe «interrompere la scuola appena iniziata per mettere seggi nelle aule». «Non è un bel messaggio che si dà agli studenti, che sono stati lasciati fuori dalle scuole per quattro mesi» ha detto.

Nell’illustrare quanto fatto in 5 anni di amministrazione, affiancato dalla sua giunta, ha confermato il suo passo indietro per la corsa alle regionali che vede sul tavolo dei candidati il delfino Maurizio Mangialardi evidenziando che lascia «una bella eredità» dal momento che il suo governo ha «ridotto il debito e distribuito risorse».«È giusto rendere erede di questo lavoro chi condivide principi e idee»: ha dichiarato nel sottolineare che per lui l’estate è saltata e che «dopo le elezioni torno a scuola, al mio lavoro e lo faccio volentieri».

Nella giornata in cui le Marche hanno registrato per la prima volta dall’emergenza sanitaria zero contagi (dal 2 febbraio scorso), Ceriscioli ha colto l’occasione per lanciare una stilettata nei confronti della proiezione stilata a fine aprile dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane che fissava lo stop dei contagi nelle Marche non prima del 27 giugno.

Un messaggio fin da subito contestato con forza dalla Regione che aveva elaborato un suo studio che invece dava le Marche fuori dall’epidemia per fine maggio. Insomma una bella soddisfazione per il governatore: «Non è stato un messaggio corretto ed era un dato profondamente sbagliato dal punto di vista tecnico», ha dichiarato il governatore, sottolineando che «la loro previsione era sballata» rispetto a quella della Regione. «Li ho avvisati che ce ne saremmo accorti presto e che il loro metodo era sbagliato»; ha puntualizzato che «i dati raccolti nelle Marche sono più accurati».

Il governatore ha poi ribadito che per tutta l’emergenza sanitaria ha sempre avuto uno stretto contatto con il Gores (Gruppo Operativo Regionale per le Emergenze Sanitarie), un contatto giornaliero nel corso del quale ha voluto sempre essere informato personalmente dell’andamento dell’epidemia: «La mia telefonata quotidiana era ai tecnici e l’ho fatta anche questa mattina perché quelle curve ci servono per programmare».

Una stima quella dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute delle Regioni che poteva avere un effetto disastroso sul turismo regionale che è ai nastri di partenza nonostante le mille difficoltà imposte dall’epidemia di coronavirus che ha messo in ginocchio il settore. «Sballare la previsione significa dare un messaggio sballato a chi vuole venire in vacanza nelle Marche – ha sottolineato il governatore -: siamo condizionati da queste indicazioni».

La giunta intanto è anche al lavoro per quanto concerne le riaperture dei centri estivi per i quali Ceriscioli ha annunciato che i protocolli «questa mattina erano già pronti» e «usciranno prestissimo», includendo anche quelli delle colonie estive.

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