Ancona-Osimo

Tamberi si racconta: «Nessun appagamento, voglio l’oro a Parigi. E poi un figlio»

Il Gimbo nazionale ha «saltato» solo l'allenamento del 25 dicembre, il 3 gennaio volerà in Sudafrica: lo attende la stagione più difficile, per centrare il bis alle prossime Olimpiadi

Gianmarco Tamberi (foto Grana/Fidal)

ANCONA – Se il 2024 sarà l’anno di Gianmarco Tamberi lo racconteranno la storia dell’atletica nazionale e mondiale e gli annali dello sport italiano. Il Gimbo nazionale, però, il saltatore anconetano campione olimpico, mondiale ed europeo in carica, non contento del suo «triplete» punta al massimo, cioè all’oro olimpico a Parigi 2024, un bis che rappresenterebbe un traguardo mai raggiunto da nessun saltatore nella storia dell’atletica. E poi un figlio, insieme naturalmente a sua moglie Chiara. Nella lucida consapevolezza che c’è prima una missione sportiva da compiere, la più alta e la più difficile: quella a cinque cerchi. Il racconto di Tamberi del suo 2023 parte dal Collare d’Oro, massima onorificenza sportiva del Coni, ricevuto prima di Natale, l’occasione per una riflessione sullo sport italiano: «E’ stato per me motivo di grande orgoglio – racconta Tamberi –, perché nel mondo dello sport è l’onorificenza più grande dopo quella di essere ricevuti da Mattarella, un grande ricordo. La prima cosa che ho pensato, vedendo così tanti premiati vicino a me, è che questa è la dimostrazione del lavoro fantastico che si sta facendo nello sport olimpico in questi anni in Italia, siamo sempre più competitivi a livello mondiale».

A trentun anni Tamberi è un atleta maturo, maturato ancora di più attraverso quel passaggio e quella scelta che lo hanno portato a cambiare guida tecnica, lasciando il padre per Giulio Ciotti e Michele Palloni, allenatore e preparatore: «E’ stato un anno di grande maturazione, perché mi sono preso in carico tantissime responsabilità nel cambio di scelta tecnica passando ad allenarmi con Ciotti e Palloni. Prima tutto era in carico a mio padre. Due nuovi innesti che sono due carte vincenti e che si sono inseriti nella mia programmazione, perché io non ho cambiato nulla. Sono loro che si sono avvicinati al mio mondo. Una collaborazione che mi ha già portato a un risultato estremamente importante. E’ stata una sfida, che mi ha messo nuovamente alla prova». Contento di questo 2023 che va in archivio, ma non certo appagato: «Ho ancora fame e voglia di continuare a ottenere quello per cui ho fatto tanta fatica, in questo senso non è cambiato assolutamente nulla. Ora che sono tornato a divertirmi e a confrontarmi con gli altri grandi del salto in alto, difficilmente posso sentirmi appagato. Ma sono certamente contento del mio 2023». Anche se l’oro olimpico di Tokyo 2021, quello condiviso con l’amico e rivale Mutaz Barshim, resta il primo trofeo della sua bacheca.

Soprattutto grazie al suo grido d’allarme il Comune di Ancona sta provvedendo a degli interventi di manutenzione al campo Conti e al PalaCasali, tempio dell’atletica indoor: «In questo momento non sono ancora andato sulla pista outdoor – prosegue Gimbo – e speriamo che sia pronta per la primavera, così mi hanno detto. Un segnale importante, nell’anno olimpico, stare vicino ad atleti che cercano di portare lustro alla città, la struttura del campo outdoor era arrivata agli sgoccioli, ma anche di più. Per preparare un’Olimpiade le strutture sono indispensabili, soprattutto il Conti». Gianmarco Tamberi si allena sempre, le festività sono un concetto relativo, quello assoluto sono gli obiettivi sportivi che si prefigge per il 2024. «Mi sono fermato solo il 25 dicembre. Mi alleno sempre, ogni giorno», conferma Tamberi, che s’è presentato al traguardo delle vacanze natalizie tirato a lucido: «Quest’anno sto molto bene, dal punto di vista del peso, e mi sono potuto concedere qualche sgarro in più. Il 3 gennaio partirò per allenarmi in Sudafrica per un mese, lì affronterò una dieta abbastanza dura per avvicinarmi al meglio al periodo che sarà quello più intenso».

Un 2024, l’anno olimpico, che lo attende con la sfida più grande: «Il mio primo e unico obiettivo sono le Olimpiadi, ma prima c’è l’Europeo a Roma, la prima volta nella mia carriera, mi piacerebbe onorare quella gara, la curva dello stadio… Però resterò concentrato sul mio sogno olimpico, anche se l’Europeo rappresenta un passaggio importante. Spero di non andare incontro a problemi fisici, perché resta il fatto che tutto è in funzione di Parigi». Nessun saltatore ha mai vinto due Olimpiadi, per Tamberi un obiettivo altissimo, che gli permetterebbe di scrivere la storia dell’atletica mondiale più di quanto abbia già fatto: «E’ un sogno enorme e, mi rendo conto, molto pretenzioso, visto che nessuno c’è mai riuscito. Dal punto di vista fisico non mi sento il più forte per riuscirci, ma ci sono tanti altri fattori, il fatto di restare concentrato, di avere uno staff di livello estremamente alto. Stiamo facendo un percorso che ci sta permettendo già adesso di essere molto competitivi. Ma non sarà una passeggiata, ci saranno tanti atleti fortissimi, prima di tutto Barshim, uno che dal punto di vista fisico è tra i più grandi di tutti i tempi».

Dopo le festività natalizie, tra famiglia, parenti e amici, Gimbo e sua moglie Chiara trascorreranno un Capodanno in tranquillità e relax, prima di pensare al periodo da trascorrere in Sudafrica per preparare alla perfezione tutte le tappe di avvicinamento alle Olimpiadi. E dopo Parigi, insieme a sua moglie Chiara, ci sarà un altro obiettivo importantissimo, stavolta familiare: un figlio. «Sicuramente è un qualcosa che stiamo posticipando ormai da qualche anno – conclude Tamberi –. E’ una vita, quella dell’atleta di alto livello in questo sport, che richiede il tutto per tutto e che mal si concilierebbe con un figlio. Siamo entrambi innamorati dei bambini, e il 99% del tempo libero sarebbe da destinare a un figlio, che rappresenterebbe una priorità, diversamente da come è adesso. Ma in questo momento è doveroso per me cercare di fare di tutto per vincere a Parigi».

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