Ancona-Osimo

Marche, il trasporto pubblico non va, i sindacati dettano la cura

Appena il 2,6% dei marchigiani usa treno o autobus per i propri spostamenti: i dati sono emersi dall'incontro promosso da Cgil, Cisl e Uil delle Marche

Sala gremita, per l'incontro "Arrivati al capolinea" sul tpl promosso da Cgil, Cisl e Uil

ANCONA – Un lungo confronto, stamattina alla sala convegni H3 coworking, per parlare di trasporto pubblico locale e dei suoi problemi: ne emerge che il tpl sarebbe arrivato al capolinea, per disomogeneità tra le province marchigiane, servizio deficitario e mancata rispondenza tra le esigenze del territorio e l’offerta di trasporto pubblico. Nelle Marche, infatti, appena il 2,6% degli utenti utilizza treni o autobus per i propri spostamenti contro l’80% che preferisce il mezzo privato. È uno dei risultati peggiori d’Italia, e guardando al solo autobus il dato è anche più allarmante: lo 0,7% degli utenti. L’incontro è stato promosso da Cgil, Cisl e Uil delle Marche ma vi hanno partecipato anche le istituzioni, presente la Regione Marche con l’assessore Goffredo Brandoni, così come l’Anci con presidente e sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti.

«Il tema è impegnativo – ha detto Giorgio Andreani segretario regionale Uil Marche –, il trasporto pubblico locale è la seconda voce del bilancio della Regione. Siamo “Arrivati al capolinea“: è il titolo della giornata e si presta a due significati: significa che siamo puntuali oppure che siamo alla frutta. Forse è proprio il secondo significato quello che si addice alla situazione attuale, ma per Cgil, Cisl e Uil è anche un punto da cui iniziare una discussione. Il sindacato vuole condividere un percorso con l’intento di costruire un tpl accessibile a tutti e fruibile, questo deve essere il prossimo capolinea. Abbiamo cominciato un percorso due anni fa, parlato con le persone, cercato di capire la situazione, a dimostrazione del fatto che in questo percorso ci crediamo. Da anni sia l’amministrazione regionale sia i sindacati denunciano le scarse risorse assegnate alle Marche nella ripartizione del fondo nazionale trasporti senza che nel frattempo sia stato riconosciuto alcun miglioramento. Una quota media per abitante inferiore del 40% rispetto alla media delle regioni italiane e addirittura del 60% rispetto alle regioni di piccole dimensioni. Va ricordato che dal fondo arriva il 65% delle risorse che servono per finanziare il servizio, mentre il restante 35% è frutto di bigliettazione e abbonamenti».

Al tavolo dei relatori si sono alternati, oltre a Giorgio Andreani, Daniela Rossi (segretaria generale Fit Cisl Marche), Alessandro Lucchetti (docenti di diritto pubblico e avvocato), Carlo Carminucci (direttore della ricerca Isfort), Marco Fioravanti (presidente Anci Marche), Lorenzo Fiorelli (presidente Anav Marche), Enrico Diomedi (presidente Asstra Marche), Goffredo Brandoni (assessore ai trasporti della Regione Marche) e Stefano Malorgio (segretario generale nazionale Filt Cgil). Hanno partecipato anche i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Giuseppe Santarelli, Marco Ferracuti e Claudia Mazzucchelli. «Per incentivare il servizio occorre migliorarlo così da raggiungere il doppio obiettivo di dare un servizio ai cittadini, liberare le città dal traffico e dalle fonti inquinanti. Il tema fondamentale, anche in vista della gara per l’assegnazione del servizio del 2026, è necessariamente la riorganizzazione della rete, eliminando l’eccessiva frammentazione, valorizzando il lavoro di chi svolge il servizio, che deve essere lavoro sicuro, di qualità e ben retribuito», hanno concluso i sindacati.

«Il tpl è ferro e gomma e come Regione Marche abbiamo contribuito all’ammodernamento di molti treni del trasporto pubblico locale, quelli che vanno da Gabicce a Porto d’Ascoli e che si intersecano con i territori dell’interno – ha spiegato Goffredo Brandoni –. E abbiamo anche creato treni-link con centri dell’interno. Poi c’è il problema del trasporto pubblico locale: stiamo parlando delle cinque aziende consortili. Purtroppo i marchigiani prima erano poco avvezzi a usare il mezzo pubblico, poi con il Covid e il successivo caro carburanti e tutte le altre criticità che sono intervenute nel settore la percentuale è diminuita. Spetta anche alla Regione, chiaramente, incrementare tutto questo con dei fondi e con delle risorse che sono quasi tutte statali, ma anche della Regione. E poi ci sono i potenziamenti delle flotte che vanno nella direzione di diminuire l’inquinamento, il traffico. Cerchiamo di mettere in atto tutte le misure possibili. Per quanto riguarda i trasferimenti dal fondo nazionale trasporti, le Marche sono all’ultimo posto dal 2013. Una cosa inspiegabile, stiamo facendo una battaglia alla conferenza delle Regioni e delle province autonome, speriamo che questa percentuale ci venga aumentata».

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