Ancona-Osimo

Ancona, «paziente oncologica costretta a 14 ore di attesa al pronto soccorso di Torrette»

La denuncia dei familiari di un'anziana e l'appello al presidente della Regione, Francesco Acquaroli: «C'è da mettersi le mani nei capelli e da farsi il segno della croce. È un sistema classista e discriminatorio»

ANCONA – «Attesa estenuante al pronto soccorso di Torrette, paziente oncologica costretta ad un’attesa di 14 ore». È quanto denunciano i familiari di una donna (originaria di Ancona), che chiedono l’anonimato per evidenti ragioni di riservatezza.

La vicenda risale alla notte a cavallo tra martedì 16 e mercoledì 17 luglio: «Siamo arrivati al pronto soccorso attorno all’una di notte. Ci hanno detto che non c’erano letti disponibili e la paziente ha così atteso su una seggiola a rotelle, in preda a dolori lancinanti», racconta un parente.

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Le ambulanze a Torrette (repertorio)

La signora, di circa 80 anni, è seguita da un reparto dell’ospedale regionale di Torrette: «La cosa assurda è che in simili casi, o quando insorgano complicanze legate alle terapie per cui si è in cura, si debba necessariamente passare dal pronto soccorso e non si possa arrivare direttamente in reparto», riflette l’uomo, che ha scelto di «denunciare un sistema che – a suo dire – è classista e discriminatorio».

Quindi, l’appello al presidente della Regione, Francesco Acquaroli: «Il problema non nasce certamente da lui – sottolinea il nostro lettore – però ora c’è da mettersi a lavorare seriamente, perché qui ci si deve mettere le mani nei capelli e fare il segno della croce. Si fa un gran parlare della filiera istituzionale con Roma: e allora si lavori, si mettano i soldi, si investa, si assumano medici».

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«Io non ce l’ho assolutamente con chi lavora nei pronto soccorso. Medici e infermieri che operano lì sono dei veri eroi che prestano servizio in condizioni difficili. Ma non è umano far attendere una paziente oncologica tutte quelle ore. La signora si è stesa su un letto solo alle 15 di mercoledì. Vi pare normale? Era abbastanza provata. È una follia che una paziente con un determinato problema per cui è seguita da un reperto dell’ospedale non possa andare direttamente lì».

E ancora: «Un pronto soccorso di un capoluogo regionale non può lavorare con così pochi medici e infermieri. Bisogna essere operativi ed efficienti h24, col triplo del personale. Oppure si fanno i pronto soccorso oncologici, sulla falsa riga dei già esistenti pronto soccorso ginecologici. Ma le cose vanno cambiate. E anche subito».

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