Ascoli Piceno-Fermo

Micam, Silenzi della Cna: «Cauto ottimismo. Il calzaturiero guarda alla sostenibilità»

Il settore fa i conti con il quadro geopolitico internazionale e con la situazione socioeconomica che ha eroso il poter d'acquisito dei consumatori e dei buyer

101 le imprese marchigiane presenti al Micam su 470 espositori italiani e altri 450 stranieri. Sono i numeri della tre giorni a Milano dedicata al mondo delle calzature, una vetrina importantissima per il settore. La fiera, iniziata il 15 settembre, si chiude oggi, 17 settembre. Un’edizione più corta rispetto al passato, tre giorni invece di quattro, per ridurre i costi di trasferta di un settore che registra un rallentamento a livello nazionale.

«Nonostante le criticità vissute dal settore, sotto il profilo geopolitico e socioeconomico, c’è un cauto ottimismo – dichiara Paolo Silenzi, presidente CNA Marche e componente dell’Azienda Speciale Moda -. Al Micam i visitatori non mancano e le calzature marchigiane riscuotono interesse». Silenzi sottolinea «che le criticità che affliggono il comparto moda» coinvolgono anche i consumatori il cui potere d’acquisto si è ridotto nell’ultimo periodo e si ripercuotono anche sui buyer (acquirenti) che «acquistano con maggior cautela».

Intanto però le calzature italiane attirano l’interesse degli acquirenti: «Il prodotto marchigiano si contraddistingue per l’altissima qualità – prosegue Silenzi – che esprime al meglio l’eccellenza del Made in Italy a cui i buyer non vogliono rinunciare». Un interesse, spiega, che va oltre le aspettative degli imprenditori che prima della fiera vedevano «il bicchiere mezzo vuoto».

Con la guerra in Ucraina il mercato russo, fino ad allora un riferimento per il Made in Marche, è venuto meno. Quali sono i mercati emergenti sui quali si punta ora? «Il quadro geopolitico internazionale ha reso necessario riorientare i nostri prodotti verso nuovi mercati, per questo oggi ci rivolgiamo all’Europa, al Medio Oriente, agli Stati Uniti. Stiamo cercando di rafforzare la nostra presenza su altri mercati: la crisi è globale e quindi i risultati richiedono più tempo per arrivare. Intanto occorre sostenere la filiera del calzaturiero con misure specifiche». Interventi posti sul tavolo di confronto tra le associazioni di categoria e il governo.

Tra le difficoltà che attanagliano il settore c’è anche quella del reperimento del personale. Si punta sui giovani. «Molte aziende fanno fatica a trovare manodopera specializzata – prosegue Silenzi -, una criticità che occorre risolvere con la formazione. In questo contesto il sistema degli Its (Istituti tecnici superiori post diploma) sono uno strumento importante per consentire alle imprese di disporre di personale qualificato e ai giovani di entrare subito nel mondo del lavoro».

Quali sono le nuove tendenze sul fronte dei materiali? «Dobbiamo orientare i nostri prodotti per rispondere alle esigenze dei consumatori e dei buyer. Oggi c’è grande attenzione verso i temi della sostenibilità, del riciclo, del riuso. Il distretto calzaturiero marchigiano deve fare i conti con un consumatore che sta cambiando le proprie abitudini di acquisto e che è molto più consapevole del passato e attento all’ambiente».

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