Jesi-Fabriano

Il dolore delle Marche per l’addio a Schillaci, eroe delle Notti Magiche. Il «Ciao Totò» di Mancini, l’incrocio con Jesi nel segno di Pieroni e Bonacci

Pochi giorni fa peraltro Totò Schillaci era atteso nelle Marche a San Severino, prima che l'aggravarsi delle sue condizioni gli impedissero di esserci. Più volte negli ultimi anni era stato ospite nella regione, sempre accolto con grande calore

Salvatore Schillaci e Paolo Paoloni, in una visita a Jesi dell'attaccante nel 2020

JESI – «Ciao Totò». Accompagnato dall’iconica foto di una esultanza dell’attaccante palermitano durante quell’indimenticabile Mondiale di Italia ’90. E, naturalmente, dalle parole e note di “Notti Magiche” che, cantata da Gianna Nannini e Edoardo Bennato, ne fu colonna sonora e ne è diventata il titolo epico. Lo jesino Roberto Mancini, attuale Ct dell’Arabia Saudita, lo saluta e ricorda così sui social Totò Schillaci, di cui oggi non solo tutta Italia e tutto il mondo del calcio piangono la scomparsa. E di cui fu compagno in azzurro in quella avventura di 34 anni fa, che ne incrociò e mischiò in maniera simbolica i destini sportivi. Doveva essere il Mondiale di Vialli e Mancini, lo fu di Schillaci e Baggio. E poi proprio “Notti Magiche” è tornata ad essere, tre anni fa, di nuovo colonna sonora di una estate di emozioni azzurre, quella della vittoria agli Europei di calcio della Nazionale guidata, da Ct, da Mancini.

Totò Schillaci, l’addio social di Roberto Mancini (dalle storie instagram del profilo ufficiale di Roberto Mancini)

A Jesi, al ristorante “La Brusca” di Mazzangrugno ospite dello “Juventus Club” del presidente Paolo Paoloni, Totò Schillaci, l’eroe delle Notti Magiche di Italia ’90, era passato, di nuovo, ancora un anno fa. Accolto da quell’amore che certi campioni che sono stati in grado di far sognare tutti si portano dietro per sempre. In questo, davvero, immortali.

«Le “Notti Magiche” sono sempre il mio presente, quello per cui tutti i tifosi mi ricordano» diceva il bomber palermitano, attaccante di Messina e Juventus e poi ancora di Inter e, in Giappone, Jubilo Iwata. Ma soprattutto volto e occhi, spiritati, di una delle Nazionali azzurre più amate di sempre forse proprio perchè, alla fine, amaramente sconfitta nel finale giocato in casa. E vissuto nel segno della favola non del tutto a lieto fine dell’attaccante partito dal Cep, quartiere di case popolari di Palermo, per arrivare, inatteso, ad essere eroe sportivo di un Paese intero.

A portare Schillaci da queste parti in più di una occasione sono stati il rapporto e l’amicizia appunto con Paolo Paoloni, presidente dello Juventus Club di Jesi, che in epoca di pandemia covid e di lockdown aveva raccolto anche la testimonianza di Totò tra quelle di tanti campioni, tifosi comuni o vip riunite nel libro “La mia prima volta. In campo con la Juventus”. Dalle chiacchierate virtuali fatte a distanza mentre si stava chiusi in casa, era infatti nata l’idea di una raccolta di ricordi legati alla Juventus da parte di chi ne ha vestito o tifato la maglia. E tra i contributi, come quelli tra gli altri proprio di Roberto Mancini e dell’altra jesina Giovanna Trillini, c’era appunto pure quello di Totò Schilacci. Che poi più volte era stato nelle Marche per partecipare alle presentazioni del libro e agli incontri coi tifosi.

E d’altro canto la storia sportiva e calcistica di Schillaci, Jesi a suo tempo l’aveva già incrociata. In almeno un paio di occasioni. Una proprio ad Italia ’90, quando Totò e lo jesino Roberto Mancini condivisero l’avventura in azzurro. Anzi, fu in qualche modo proprio l’esplodere della coppia Baggio – Schillaci a togliere, in quel Mondiale, spazio a quella Vialli – Mancini (che non fu mai impiegato), che fino a quel momento della squadra del Ct Azeglio Vicini erano state colonne. «Un grande calciatore e un grande professionista, come sta dimostrando anche nell’incarico di Ct. Ho avuto con lui un buon rapporto» disse Schillaci, era allora il 2020, di Mancini, ospite in via Paladini. Dove Totò aveva però ricordato anche un altro, precedente, incrocio della sua carriera con Jesi. «Ho avuto modo di incontrare e rivedere da queste parti Augusto Bonacci (da calciatore e dirigente gloria della Jesina, con cui siglò fra l’altro il gol della vittoria al Dorico contro l’Ancona in C1 nel 1984, nda). È stato mio compagno di squadra al Messina, dove arrivò dalla Jesina insieme a Rossi e Buffone, portati dal d.s jesino Pieroni». Un “pacchetto” che, negli anni precedenti, aveva costruito l’ascesa in C1 della stessa Jesina.

Pochi giorni fa peraltro Totò Schillaci era atteso nelle Marche a San Severino, prima che l’aggravarsi delle sue condizioni gli impedissero di esserci. L’attaccante doveva infatti prendere parte alla “Partita del Cuore” allo stadio comunale “Gualtiero Soverchia” Città di San Severino Marche. Ma alla vigilia della partenza dalla Sicilia, un malore lo ha costretto al ricovero in ospedale, dove si è spento nelle scorse ore.

«Sabato scorso, prima del fischio di inizio della Partita del Cuore, lo abbiamo salutato dallo stadio comunale “Soverchia”. E’ diventato subito un grande amico del nostro progetto per la risposta, entusiasta, con la quale aveva dato la sua adesione rispondendo subito sì con l’invio di un video messaggio in cui invitava tutti a seguire l’evento. Quel video ora resterà nella nostra memoria – sottolinea il primo cittadino settempedano, Rosa Piermattei, che ha espresso cordoglio e dolore, a nome dell’intera comunità settempedana e degli organizzatori della tre giorni “Lo Sport… per Rinascere insieme”, per la grave perdita.

Ad esprimere condoglianze, insieme al sindaco, l’intera Giunta comunale con l’assessore allo Sport, Paolo Paoloni, e la consigliera di parità della Provincia di Macerata, Debora Pantana, tra gli organizzatori del match tra gli “Angeli dello Sport”e la formazione dei “Sibillini nel Cuore”.

Nell’evento anteprima della tre giorni settempedana, la cena di gala benefica ospitata a Villa Berta, era stata presentata anche un maglia con il nome proprio di Schillaci, attesa gloria del calcio tra i “big” dell’iniziativa.

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