Ancona-Osimo

Ancona, alluvione e danni. Il racconto una settimana dopo: «Noi, salvi per miracolo»

I residenti a Sappanico e Montesicuro spalano fango per tornare nelle proprie abitazioni: «Il fosso delle Piantate Lunghe è un affluente importante dell’Aspio, manca la manutenzione». A Montesicuro, il sospetto delle segnalazioni ignorate

L'alluvione ha devastato anche i campi

ANCONA – L’alluvione una settimana dopo: la conta dei danni. Era il 19 settembre, lo scorso giovedì, quando Ancona si è risvegliata sommersa dall’acqua. A soffrire è stata un po’ tutta la provincia e in particolar modo i quartieri della zona industriale della Baraccola e l’Aspio, Falconara, Osimo e Loreto.

Foto tratta dalla pagina Fb del Comune

Ingenti i danni, per i quali il Comune e la Regione Marche si stanno muovendo. L’amministrazione comunale, nei giorni scorsi, ha annunciato che «tutti i cittadini che hanno subito danni in seguito all’ondata di maltempo dei giorni scorsi, possono inviare documentazione (foto, valutazioni, stime, preventivi e qualsiasi altro documento in grado di quantificarli economicamente) con i propri dati anagrafici, i recapiti e i dati del luogo cha ha subito i danni a questa casella di posta: emergenza.alluvione@comune.ancona.it».

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Le zona di Sappanico e Montesicuro, intanto, continuano a soffrire, con la gente che dopo sette giorni spala fango e ghiaia: «Io abito in centro ma ho una casa in campagna sotto Sappanico – sottolinea la professoressa Gina Costarelli –. Abito in una strada parallela all’autostrada e nel fondovalle prendiamo l’acqua che arriva dai canali che provengono dalla collina».

«Il fosso delle Piantate Lunghe è un affluente importante dell’Aspio – gli fa eco il marito, Francesco Ravaglia –. A mancare è stata la manutenzione soprattutto nei fossi della collina. In strada, ci sono tronchi di alberi che sono arrivati dall’alto. Lungo i fossettini c’è l’albero caduto, un tronco secco. Casa nostra si è salvata semplicemente perché ho un boschetto che funge da vasca di espansione piccolina e poi ho una vasca sotto casa. Il nostro – dicono – è un antico mulino che andava ad acqua e quindi ho un fosso di raccolta e un canale scolmatore. Quello si è chiuso ma la casa si è salvata. E si è salvata solo grazie a queste due vasche di espansione piccoline».

Il fosso delle Piantate Lunghe raccoglie tanta acqua: «L’alveo del fosso si è stretto perché non viene manutentato né curato a dovere. L’ultima manutenzione è stata fatta quattro anni fa, dopo la precedente alluvione, del 5 giugno 2019».

I signori Ravaglia non pagano il Consorzio di bonifica perché provvedono in autonomia alla cura della sponda del fosso, ma alcuni dei loro vicini, le tasse al Consorzio le pagano regolarmente. E una residente, che chiede l’anonimato, fa notare come «mai nessuno è venuto a pulire, recentemente».

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Proseguono i coniugi Ravaglia: «A furia di coltivare i campi fino a ridosso dei fossi, questi si sono ristretti. Davanti casa mia, il fosso sarà di 60 centimetri, mentre più a valle arriva a un metro e mezzo ma non è sufficiente. Bisogna allargarli, altrimenti assisteremmo a disastri continui».

«Cosa ricordo? Che siamo stati fortunati – racconta Chiara Marinelli, residente di Montesicuro –. Dopotutto, nonostante il disastro che c’era fuori dal nostro cancello, noi e la nostra abitazione non siamo stati toccati come anche tutte le famiglie della mia via. Non voglio neanche pensare a che cosa sarebbe potuto succedere se le frane si fossero verificate durante il giorno, sicuramente non saremmo stati così fortunati. Io abito con la mia famiglia in una delle vie sottostanti il paese, la vecchia via Fornaci, dove è letteralmente franato il monte che sovrasta la nostra strada a causa di tutta l’acqua che dal paese si è riversata su di noi, un problema che avevamo evidenziato già alle autorità competenti lo scorso maggio, a seguito di un cedimento della nostra via a causa proprio dell’acqua che la rete fognaria non è stata in grado di ricevere perché i tombini e le caditoie stradali non vengono pulite».

E ancora: «Per fortuna non abbiamo subìto danni all’abitazione ad eccezione di un piccolo cedimento del nostro giardino, ma il danno più grosso è relativo alla strada privata (la cui cura è manutenzione spetta a noi residenti) che porta alle nostre abitazioni, il manto stradale che era in buone condizioni è stato danneggiato. Ma la cosa che mi preoccupa più di tutti ora è la messa in sicurezza del monte. Quanto accaduto è una cosa eccezionale, ma per quello che riguarda la nostra via, posso dire che se ci fosse stata maggiore attenzione e ascolto da parte della autorità competenti in merito alle segnalazioni fatte magari i danni e il disagio che abbiamo subito avrebbero potuto essere limitati».

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