Pesaro

Femminicidio Saltara, l’associazione per la cittadinanza italiana si costituirà parte civile Bueno: «Giustizia per Ana»

La presidente sarà parte del processo assieme all'avvocato Francesca Conte. «Basta violenza sulle donne»

PESARO – Femminicidio di Saltara, il presidente dell’Associazione per la Cittadinanza Italiana, si costituirà parte civile per la famiglia della vittima Ana Cristina Duarte. Ezio di Levrano autista 54enne, è in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato nei confronti della moglie 38enne Ana Cristina Duarte Correia, donna brasiliana da cui ha avuto tre figli (6, 13 e 14 anni). La donna è stata uccisa a coltellate nella abitazione di via Papa Celestino V al civico 4 nel borgo di Saltara sabato 7 settembre notte dopo le 2.

Ad annunciare la difesa della vittima, è l’onorevole Renata Bueno. «L’associazione è da sempre in prima linea nella difesa dei diritti delle donne. Insieme all’avvocato Francesca Conte, ho assunto la difesa legale della famiglia di Ana Cristina Duarte. Inoltre, la nostra Associazione si costituirà parte civile insieme all’Associazione delle Donne Marocchine in Italia (ACMID Donna), presieduta da Souad Sbai, impegnata da molti anni nell’offrire assistenza legale e sociale a donne vittime di violenza. 

Purtroppo, sono già trascorsi i primi quindici giorni di indagini dopo la violenta morte della donna di origini brasiliane, avvenuta a Colli al Metauro, nel pesarese, quando il marito l’ha colpita con un coltello davanti ai tre figli minori. Questi ultimi, avevano tentato di soccorrerla, per poi chiamare i vicini e chiedere aiuto alle forze dell’ordine, a cui hanno raccontato i fatti. Il marito è stato subito arrestato, mentre Ana è morta durante il tragitto verso l’ospedale».

Bueno precisa: «È stata già effettuata l’autopsia, dalla quale è emersa un’enorme violenza, poiché Ana cercava di difendersi e purtroppo è morta a causa di cinque coltellate all’addome. La salma è ancora in attesa di ricevere l’autorizzazione del comune per poter procedere con il funerale. È importante sottolineare che sia la famiglia brasiliana sia quella locale sono umili e non hanno le risorse necessarie per gestire i costi del funerale. La famiglia brasiliana, inoltre, si trova in Brasile e quindi sta attendendo anche una serie di autorizzazioni. Nel frattempo, trascorsi questi quindici giorni, i bambini sono stati collocati in una struttura protetta dallo Stato».

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