ANCONA – Si è tenuta questa mattina, 8 marzo, ad Ancona l’assemblea regionale delle delegate e dei delegati di Cgil, Cisl e Uil Marche sul tema della prevenzione e del contrasto a tutte le forme di violenza e molestie di genere, sia nel contesto familiare che nei luoghi di lavoro. «Il sindacato confederale ritiene necessario un cambiamento culturale che intende promuovere con assemblee nei luoghi di lavoro e nei territori, non solo per sensibilizzare lavoratrici e lavoratori, ma anche per veicolare buone pratiche per la prevenzione e il contrasto alla violenza e alle molestie», spiegano le tre sigle.
Oggi, Cgil, Cisl e Uul hanno lanciato la campagna di sensibilizzazione e informazione per combattere tutte le forme di violenza di genere. Nel 2023, le donne vittime di violenza di femminicidio sono state 120, delle quali più della metà uccise da mariti, fidanzati, compagni ed ex. Se prendiamo in esame gli ultimi dati Istat sulla violenza di genere, emerge un quadro che per le Marche preoccupa fortemente: le donne che si sono rivolte al 1522 (numero violenza e stalking) sono state 256, 87 in meno (-25,4%) rispetto all’anno precedente ma 75 in più rispetto al 2019, ovvero +41,4%, aumento superiore rispetto a quello registrato nel Centro Italia (+32,6%) e in Italia nel complesso (+38%). Un segnale evidente di come il passaggio della pandemia abbia comportato un aggravamento della situazione. Nel 47,3% dei casi la motivazione riguarda violenze fisiche, sebbene sia alta anche l’incidenza delle violenze psicologiche (33,2%). La violenza sessuale riguarda l’8,2% dei casi. La classe di età più colpita è quella dai 25 ai 34 anni (21,1% dei casi), che rispetto al pre-pandemia rileva altresì una crescita dei contatti del 50%.
«Ruolo fondamentale hanno i centri antiviolenza ed è fondamentale che le donne sappiano che si può chiedere aiuto contattando il numero di telefono 1522 contro la violenza di genere. Le organizzazioni sindacali ritengono necessario riconoscere il ruolo delle donne nella società così come nel lavoro, superando ogni forma di discriminazione e diseguaglianza, per questo è necessario che il lavoro sia dignitoso e di qualità e possa avere adeguate tutele per tutte e tutti. Il nostro non è un Paese per donne e anche nella nostra regione persiste ancora un problema di resistenza culturale: le ragazze che si laureano in materie scientifiche sono in numero ridotto rispetto ai ragazzi, nel mercato del lavoro le donne sono retribuite meno rispetto ai colleghi uomini, fanno più fatica a trovare un lavoro e, quando lo trovano, è precario, senza diritti e tutele. Cgil, Cisl e Uil delle Marche sono impegnate affinchè si attivino tutti gli strumenti utili a praticare una contrattazione di genere a tutti i livelli che sostenga la parità e ad incrementare il numero di protocolli per l’eliminazione delle molestie e delle discriminazioni in tutti i luoghi di lavoro».