ANCONA – «Sul corpo delle donne è in atto una battaglia politica: non è possibile che un ‘pezzo’ di umanità (uomini) possa decidere per più della metà dell’umanità (donne), questo è veramente grave». Marina Toschi, ginecologa dell’Aied di Ascoli Piceno commenta così la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti, che con un colpo di spugna ha cancellato la storica sentenza Roe vs Wade del 1973, con cui era stato legalizzato l’aborto.
Una decisione, quella del massimo organo giudiziario americano, che riporta al Medioevo e che rappresenta «un arretramento» sul fronte dei diritti. «Una donna che non può accedere legalmente all’aborto lo farà illegalmente – osserva la dottoressa Toschi -, ma con conseguenze forse per la sua salute».
Secondo la ginecologa è in atto ancora una volta una «stigmatizzazione della sessualità femminile» alla quale però le donne sapranno reagire: «Le donne si stanno organizzando per mettere a punto metodi contraccettivi da usare solo in caso di penetrazione, una pillola settimanale a base di RU486 (pillola abortiva, ndr). In un mondo in cui la telemedicina per abortire è ormai una realtà in paesi come la Gran Bretagna, l’Irlanda e la Francia, non credo che la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti riuscirà ad arrestare il progresso e le possibilità di controllare il nostro corpo che ci fornisce la ricerca scientifica, ma certamente creerà una discriminazione».
A farne le spese saranno le fasce più fragili della popolazione, quelle più povere: «Le donne che hanno mezzi economici troveranno sempre il modo di organizzarsi, si faranno spedire le pillole su Internet» come avviene già con Women on Web, mentre quelle povere saranno obbligate a gravidanze forzate».
Insomma un passo indietro «molto grave» e paradossale, dal momento che, come fa notare la dottoressa Toschi, negli Stati Uniti «si possono comprare armi automatiche con cui compiere una strage, si va in guerra, ma una donna non può interrompere la sua gravidanza, perché vorrebbero difendere la Vita». «Dobbiamo arrivare allo sciopero del sesso penetrativo?» afferma, lanciando una provocazione, «l’Europa finora mostra di avere più attenzione ai diritti umani, tranne Polonia e Ungheria: vorremmo restare tra i Paesi più civili».