CHIARAVALLE – Per lei era diventato un incubo: insulti, minacce, pedinamenti e una valanga di messaggi e telefonate. Alla fine si era rivolta alla polizia per denunciare chi la perseguitava da quasi un anno, il sindaco di Chiaravalle. Oggi è arrivato il giudizio per Damiano Celestini, primo cittadino di Chiaravalle, 51 anni, al secondo mandato ed eletto con una lista civica. Ha patteggiato ad un anno, pena sospesa, per stalking.
Con la sentenza, arrivata davanti al gup Alberto Pallucchini, è decaduto anche il provvedimento del gip che gli aveva vietato di avvicinarsi alla dipendente comunale contro cui avrebbe tenuto atteggiamenti persecutori. Il 15 marzo scorso la Procura aveva chiesto il processo, dopo aver chiuso le indagini firmata dal pm Andrea Laurino a dicembre, ed era stata fissata per oggi l’udienza preliminare.
Costantini, difeso dall’avvocato Roberto Marini, non era in tribunale. Non c’era nemmeno la parte offesa rappresentata dall’avvocato Roberta Montenovo dell’associazione “Donne e giustizia”.
La vicenda era esplosa a gennaio dopo la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla dipendente che di fatto impediva al sindaco di muoversi liberamente in Comune.
A spingere la donna a denunciare il primo cittadino sarebbero stati diversi episodi, iniziati un anno fa. Tra i due, stando alla denuncia, ci sarebbe stata prima una relazione sentimentale poi interrotta dalla donna. Ma lui non si sarebbe rassegnato. Gli atti persecutori sarebbero iniziati subito dopo, anche sul posto di lavoro con offese, umiliazioni tanto che la dipendente aveva provato anche a fare domanda di trasferimento. La donna sarebbe stata anche pedinata e bersagliata di messaggi e telefonate minatorie.
Costantini si dice ancora non responsabile dei fatti a lui attribuiti e “ha scelto di patteggiare nonostante mio parere diverso” spiega l’avvocato Marini. “Il mio cliente ha voluto evitare di coinvolgere altre persone e far soffrire inutilmente la sua famiglia – aggiunge il legale – con un processo sarebbe finito ogni volta sulla stampa, ha voluto evitare di esporsi ulteriormente”. Adesso la dipendente non lavora più nel comune di Chiaravalle e si è trasferita in un altro ente.