LORETO – «È infondata l’accusa di mancanza di trasparenza della Fondazione Opere Laiche e Casa Hermes come è stato sostenuto in consiglio comunale con la presentazione della mozione avente come oggetto Richiesta di Chiarimenti all’Anac riguardo alcuni aspetti dell’attività della Fondazione. La nostra trasparenza è reale, documentata ad esempio con la pubblicazione del nostro bilancio nel giornale della Fondazione stessa e nel sito istituzionale». Respinge con forza il presidente della Fondazione Opere Laiche Lauretane e Casa Hermes Federico Guazzaroni l’accusa di mancata trasparenza degli atti dell’ente. «Non risponde a verità il fatto che maggioranza ed opposizione abbiano sottoscritto la mozione perché parte della stessa opposizione ha lasciato l’aula e c’è chi si è astenuto – dice ancora Guazzaroni che prosegue -. Avevamo inviato prima del consiglio comunale una lettera per ribadire, ancora una volta, la natura giuridica della Fondazione al sindaco Pieroni che però non l’ha letta in aula. Nella lettera ed ora ribadiamo che la Fondazione non può essere considerata un ente di diritto privato in controllo pubblico perché essa è dotata di personalità giuridica privata, è iscritta dall’11 agosto 2009 al numero 291 del Registro Regionale delle persone giuridiche senza scopo di lucro ed è sottoposta al solo controllo della Regione Marche».
È la stessa Anac a chiarire che gli enti di diritto privato come il nostro sono soggetti all’applicazione degli obblighi di cui al D.lgs. 33/2013 solo in presenza di alcuni requisiti come il bilancio superiore a 500mila euro, il finanziamento maggioritario per almeno due esercizi consecutivi nell’ultimo triennio da pubbliche amministrazioni. La designazione da parte delle pubbliche amministrazioni della totalità dei titolari o componenti dell’organo di amministrazioni o di indirizzo. «È incontestabile che per noi sussista solo il primo requisito, risulta mancante il secondo, mentre per il terzo va detto che i componenti del Consiglio d’Amministrazione non sono nominati dal Comune né da altra pubblica amministrazione, ma dalla persona del sindaco pro tempore del Comune di Loreto. Lo stesso principio, del resto, è stato sancito anche dalla Corte di Cassazione a Sezioni Unite con sentenza 8051/2014. Voglio ricordare che perché un ente possa ritenersi partecipato o in controllo pubblico è necessaria la concomitanza di diversi requisiti: che esso risulta direttamente nella compagina sociale o sia azionista o detenga quote di capitale sociale; approvi o autorizzi gli atti di straordinaria amministrazione; approvi il bilancio preventivo e/o consuntivo; eserciti funzioni di vigilanza e controllo; definisca il piano degli obiettivi e gli indirizzi della società partecipata; determini i compensi o le indennità degli amministratore. Bene tra tutti questi requisiti, come correttamente evidenziato dal Segretario Comunale chiamato a chiarimenti durante la seduta consiliare, non ne esiste solo uno riferibile alla Fondazione e questo ci porta a concludere che la mozione è priva di fondamento nella parte in cui definisce la Fondazione “ente di diritto privato in controllo pubblico” poiché nettamente in contrasto con la giurisprudenza consolidata in materia e con le delibere dello stesso Anac. Occorre piuttosto una sinergia reale tra Fondazione e Comune che possa servire adeguatamente la comunità dei cittadini lauretani e le loro istanze».