Ancona-Osimo

Ad Ancona torna “Una vita da social”, la campagna educativa itinerante della Polizia rivolta ai giovani

Mercoledì 28 marzo dalle ore 9.00, il truck della Polizia di Stato sarà presente nel plesso universitario della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’UNIVPM di Ancona. In questa tappa i poliziotti della Polizia Postale e Comunicazioni Marche incontreranno gli studenti delle terze classi dell’istituto IISVA di Torrette, già esperti in scienze ed informatica

Progetto "Una Vita da Social"

ANCONA- “Una vita da social”, la Campagna educativa itinerante della Polizia Postale e delle Comunicazioni sui temi dei social network e del cyberbullismo, torna ad Ancona. Mercoledì 28 marzo dalle ore 9.00, il truck della Polizia di Stato sarà presente nel plesso universitario della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’UNIVPM. In questa tappa i poliziotti della Polizia Postale e Comunicazioni Marche incontreranno gli studenti delle terze classi dell’istituto IISVA di Torrette, già esperti in scienze ed informatica. Sarà una tappa eccezionale in quanto le Facoltà di Ingegneria informatica e di Medicina porranno a disposizione degli studenti della scuola secondaria di secondo grado (ma anche degli studenti frequentanti la stessa Università e della popolazione tutta di Ancona) professori ed esperti che tratteranno delle fake news, degli aspetti negativi e pericolosi dei social network e delle app, delle dipendenze dalla rete, dei pericoli e delle conseguenze legati al bullismo on line, dei pericoli di dipendenza da gioco e da frequentazione di gruppi emo, ana, e quant’altro seguendo indicazioni provenienti da fonti incontrollabili.

La quinta edizione di “Una vita da social”, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, è partita il 29 gennaio da Milano e dopo varie tappe in tutte le regioni, raggiungerà Palermo. Nel corso delle passate edizioni, il progetto ha riscosso un grande consenso: gli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno incontrato oltre 1 milione e 300 mila studenti sia nelle piazze che nelle scuole, 147.000 genitori, 82.500 insegnanti per un totale di 10.750 Istituti scolastici, 39.000 km percorsi e 190 città raggiunte sul territorio e due pagine twitter e facebook con 121.000 like e 12 milioni di utenti mensili sui temi della sicurezza online. Aziende come Baci Perugina, Facebook, FireEye, Google, Karpesky lab, Lenovo, Microsoft, Norton by Symantec, Skuola.net, Vodafone, Youtube e società civile scendono in campo insieme alla Polizia di Stato per un solo grande obiettivo: “fare in modo che il dilagante fenomeno del cyberbullismo e di tutte le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto delle tecnologie,  non faccia più vittime”. L’obiettivo dell’iniziativa, infatti, è quello di prevenire episodi di violenza, vessazione, diffamazione, molestie online, attraverso un’opera di responsabilizzazione in merito all’uso della “parola”. Gli studenti attraverso il diario di bordo e l’hastag #unaparolaeunbacio potranno lanciare il loro messaggio positivo contro il cyberbullismo.

«Capire i ragazzi oggi non è sempre per gli adulti compito agevole, soprattutto quando si tratta di comprenderne i bisogni, i modelli di riferimento, gli schemi cognitivi inerenti i diversi gruppi di riferimento che compongono il variegato universo giovanile – afferma Roberto Sgalla, Direttore Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria, delle Comunicazioni e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato-.Giovani che sempre più spesso restano “contagiati” da modelli sociali trasgressivi completamente sconosciuti ai genitori. A rischio il navigatore solitario del cyberspazio, che per ore su Internet incontra altri viaggiatori altrettanto solitari e a volte già contagiati da “pericoli del web”. Il fascino della rete e la sottile suggestione del messaggio virtuale, cosi come l’idea di sentirsi anonimi, nonché il senso di deresponsabilizzazione rispetto ai comportamenti tenuti online, stanno dilagando così da determinare serie preoccupazioni in coloro che ancora credono in valori fino a ieri condivisi. Questa nuova tendenza sembra contribuire non poco alla creazione di ulteriori conflitti e stati di disagio in giovani e meno giovani che spesso sperimentano solitudini moderne nate anche dalla irrefrenabile tecnologia. Per fare della Rete un luogo più sicuro crediamo tuttavia che occorra anche continuare a diffondere una cultura della sicurezza in rete e in questo contesto si inserisce l’iniziativa di “Una vita da social” che indirizza i ragazzi verso un uso corretto e consapevole del web».

DATI NAZIONALI – Secondo quanto emerso dai risultati di una recente indagine di Skuola.net e Osservatorio Nazionale Adolescenza sul corretto uso di internet, su circa 8mila adolescenti di 18 regioni italiane, il fenomeno è in crescita. Analizzando la fascia del campione tra i 14 e i 18 anni, salgono infatti al 28% le vittime di bullismo (nel 2016 erano il 20%, quindi un aumento del 40%), mentre circa l’8,5% è preso di mira sul web e sui social (6,5% lo scorso anno, quindi un aumento del 30%). Circa l’80% di questi ultimi, è oggetto di insulti e violenze sia nella vita online che in quella reale. L’incidenza del bullismo “offline” è ancora nettamente maggiore: tra le vittime, il 46% ha pensato almeno una volta al suicidio e ha messo in atto condotte autolesive per il 32%. Il 75% delle vittime di bullismo si sente depresso e triste, il 54% ha frequenti crisi di pianto. Tuttavia il cyberbullismo presenta risvolti particolarmente oscuri: tra le vittime sistematiche delle prevaricazioni digitali, a volte anche quotidiane, il 59% ha pensato almeno una volta al suicidio nel momento di sofferenza maggiore. Tra i giovani coinvolti, il 52%, confessa di provocarsi del male fisico intenzionalmente. Se poi è l’82% a dire di sentirsi frequentemente triste e depresso, circa il 71% esplode in frequenti crisi di pianto. Tra i ragazzi più piccoli, appartenenti alla fascia tra gli 11 e i 13 anni, la percentuale di vittime di bullismo e cyberbullismo sale rispettivamente al 30% e al 10%. La frequenza di crisi di pianto (45% circa) e di tristezza e depressione (70%) è simile sia tra chi è oggetto di violenza e comportamenti offensivi online sia tra chi li subisce nella vita reale. Per quanto riguarda l’autolesionismo, invece, si rilevano numeri superiori tra chi viene preso di mira in rete: si provoca ferite e contusioni circa 1 su 2, contro il 33% delle vittime del bullismo “disconnesso”.

Per quanto riguarda poi la pedopornografia online, in ambito marchigiano si segnalano le operazioni “Fanciull@” e “Only children” a contrasto dei reati, rispettivamente, di “istigazione a pratiche di pedofilia e pedopornografia” e di “diffusione di materiale pornografico ritraente minori” che hanno portato complessivamente alla denuncia di 16  persone ed all’arresto di 3 persone in ambito nazionale nonché all’individuazione di oltre 350 autori all’estero per i quali è stata avviata attività di cooperazione internazionale.