ANCONA- Un solo collegamento giornaliero Ancona-Roma poi da novembre Alitalia lascerà definitivamente il Sanzio rendendo le Marche sempre più isolate. Cresce la preoccupazione per il futuro dell’Aeroporto e per la situazione debitoria in cui versa Aerdorica. Perché Alitalia lascia il Sanzio? C’è un’altra compagnia che sostituirà il volo Ancona-Roma? C’è un piano industriale per il rilancio dello scalo marchigiano? Quale destino per il personale di Aerdorica? Sono questi alcuni degli interrogativi sui quali Forza Italia regionale vorrebbe avere delle risposte dalla Regione e dall’amministratore unico di Aerdorica, Federica Massei.
«L’aeroporto delle Marche da novembre perderà 3 voli giornalieri Ancona-Roma a/r da circa 70 posti, corrispondenti a 700mila euro di introiti per Aerdorica. L’addio di Alitalia comporterebbe, non solo un aggravio della già delicata situazione economico finanziaria, ma anche un isolamento infrastrutturale senza precedenti per la Regione Marche- spiega Jessica Marcozzi, capogruppo FI in Consiglio regionale-. Per noi è necessario nel breve periodo, un rilancio serio e concreto dell’aeroporto. Un rilancio che sappia, da una parte affrontare in maniera chiara la situazione debitoria che il Sanzio ha accumulato negli anni, e dall’altra dare una nuova veste allo scalo marchigiano in strettissima compenetrazione con gli altri scali nazionali ed internazionali. La situazione in questo momento è drammatica. Non solo non conosciamo le motivazioni per cui Alitalia lascia il Sanzio ma nemmeno se ci sarà un’altra compagnia che sostituirà Alitalia».
«Con l’addio di Alitalia al Sanzio, le Marche rischiano l’isolamento. Questa è una cosa assurda. Avere un aeroporto dà lustro, incentiva il turismo e aiuta le imprese del territorio. Questa politica di depotenziamento da parte della Regione è strana, l’aeroporto delle Marche si trova in una posizione strategica. Per raggiungere Roma da Ancona ci saranno difficoltà, bisognerà usufruire degli aeroporti vicini, Rimini o Pescara mentre il treno, viaggia ancora su un binario unico- afferma Lorena Polidori, coordinatrice provinciale Forza Italia Macerata-. Il Governo sta aiutando Alitalia con un contributo di 700milioni di euro. Perché non andare nella stessa direzione? Per i circa 300mila euro di debito che Alitalia ha nei confronti del Sanzio ci facciamo sfuggire l’occasione di andare avanti per un altro anno? Inoltre, Del Vecchio è stato rimosso perché aveva intrapreso un piano di restrizione del personale, cosa che sta facendo adesso l’amministratore unico Massei».
«Siamo preoccupati anche dei debiti che l’aeroporto ha con il Comune di Falconara: di un milione e mezzo di debiti solo 264mila euro sono stati risanati- commenta Daniele Berardinelli, coordinatore provinciale FI Ancona-. C’era l’interesse da parte di privati a rilevare le quote di maggioranza dell’aeroporto, e invece è stata persa anche questa occasione. Se non si risana l’aeroporto si continuano a fare debiti. Manca una scelta strategica. Un capoluogo di regione deve garantire come minimo un collegamento con la capitale».
«È inutile che la Regione dia soldi a cascata senza un piano industriale che rilanci l’aeroporto. I sindacati, che abbiamo incontrato martedì scorso, sono fortemente preoccupati sia per la procedura fallimentare che per l’addio della compagnia di bandiera. Sono due anni e mezzo che dall’opposizione si evoca il rilancio dell’aeroporto che non c’è mai stato. Il Sanzio crea debiti e se non c’è un rilancio con introiti sostanziosi non serve a nulla politica di restrizione dei salari– sottolinea la Marcozzi-. In commissione bilancio stavamo discutendo del conto di parificazione. La Procura ha espresso perplessità riguardo gli indugi con i quali la Regione Marche ha richiesto la valutazione da parte dell’Unione Europea, della compatibilità dell’intervento finanziario in favore di Aerdorica. Intervento che potrebbe risultare tardivo in conseguenza dalla pesantissima situazione economico gestionale in cui è sprofondata la Società nel corso dell’ultimo triennio. Nel 2014 la situazione debitoria era di 37 milioni di euro, nel 2015 di 43milioni, nel 2016 di 42».