ANCONA – Si è riunito oggi (23 agosto) il consiglio direttivo straordinario organizzato da Anci Marche voluto dalla presidente Valeria Mancinelli in previsione di quello disposto per il pomeriggio dal Prefetto di Ancona, in qualità di coordinatore delle Prefetture marchigiane. La città di Loreto è stata la prima a dare l’ok al corridoio umanitario. In pratica i comuni marchigiani hanno sempre fatto la propria parte in termini di solidarietà ed accoglienza e, sotto il coordinamento di Anci nazionale, secondo le direttive che verranno fornite dal Governo e dal Ministero dell’Interno, sono pronti ad accogliere la quota parte delle famiglie di funzionari afgani che in questi anni hanno collaborato con i paesi occidentali e che oggi si trovano nella necessità di avere un corridoio umanitario per sfuggire alle persecuzioni talebane. Alla riunione oltre alla stessa presidente Mancinelli e ai vice presidenti Piunti e Calcinaro, parteciperanno anche i sindaci o loro delegati dei comuni capoluogo di provincia: Pesaro, Macerata ed Ascoli Piceno. All’incontro è intervenuto anche Luca Pacini, responsabile area Welfare dell’Anci nazionale.
Cinquemila le persone da distribuire nelle province italiane
«Stando ai numeri che ci sono stati comunicati – ha aggiunto la presidente di Anci Marche – si tratta di circa cinquemila persone complessivamente da distribuire in tutte le province italiane che daranno la disponibilità, quindi un numero relativamente esiguo se tutti faranno, come è auspicabile, la propria parte».
L’accoglienza non sarà temporanea
L’accoglienza di queste famiglie afgane, provenienti dai territori di Kabul ed Herat, non sarà temporanea. L’intervento sarà completamente finanziato dal Governo con un apposito decreto e curato mediante il sistema di accoglienza Sai. «Il consiglio direttivo è stato un primo momento di condivisione della situazione in essere, utile anche per formare la delegazione che interloquirà con i prefetti su questo tema – ha concluso Mancinelli – e a raccogliere la disponibilità per istituite un tavolo di lavoro operativo ristretto su questa emergenza umanitaria».