Ancona-Osimo

Agenzia per il Turismo e l’Internazionalizzazione delle Marche. Pd: «Ennesimo carrozzone. Poltrone per “catapultati” da Roma»

I dem vanno all'attacco dell'Agenzia lanciata dalla Giunta Acquaroli, affermando che di fatto si vanno a commissariare degli assessorati. Il Pd chiede che sia un ente pubblico non economico e che comporti minori costi

Il gruppo consiliare dei dem

ANCONA – «È l’ennesimo carrozzone che sta mettendo in campo la Giunta Acquaroli che invece di pensare a dare ristori alle nostre categorie, alle famiglie e ai nostri imprenditori, crea una sovrastruttura che impedisce alla macchina di funzionare in maniera adeguata e che prepara delle poltrone per i soliti “catapultati” da Roma». Lo afferma il capogruppo consiliare del Pd parlando con i giornalisti a margine della conferenza stampa indetta per fare il punto sulla proposta di legge per la costituzione dell’Agenzia per il Turismo e l’Internazionalizzazione delle Marche, che secondo i dem «non solo va a commissariare la delega per il turismo e l’internazionalizzazione, ma anche la delega alla cultura, al territorio e alle attività produttive, perché gli si dà il compito di espletare le attività di coordinamento», ha rimarcato il consigliere regionale Fabrizio Cesetti.

Insomma, «assessorati che vengono commissariati», prosegue Cesetti, «con la politica che si mette nelle mani di una struttura organizzativa, ma questo non può essere e noi ci opponiamo».

I dem hanno annunciato una serie di emendamenti «che vanno nella direzione di correggere le evidenti storture di questo testo. Noi voteremo contro – annuncia Cesetti – : se la maggioranza non accoglierà le nostre richieste perderà l’ennesima occasione».

I dem chiedono che l’Agenzia non sia solo del turismo, ma dei beni culturali e del territorio, settori che secondo Cesetti «non possono essere governati in modo disgiunto. Come si può pensare di promuovere il turismo senza promuovere le nostre bellezze paesaggistiche, territoriali e culturali, è un non senso».

Tra le richieste anche quella che sia un ente pubblico non economico e che sia una struttura organizzativa sottoposta agli indirizzi della politica della Giunta regionale, «con tutte le garanzie anche per il personale dipendente che altrimenti non andrà a lavorare all’Atim se non avrà la garanzia del pubblico» conclude Cesetti.

I dem, a fronte di una previsione di ipotesi di spesa di 900mila euro annui «solo di funzionamento», chiedono che la struttura comporti minori costi per i marchigiani e a tal riguardo Cesetti fa notare che «solo il direttore generale prenderà 178mila euro all’anno, quasi più del presidente della Repubblica».

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