ANCONA – Aggressione a probabile sfondo omofobo, scatta la querela di parte contro il 14enne responsabile. A farlo sapere, è la madre della vittima, in una nota stampa congiunta diffusa ieri (30 agosto) dall’Arcigay cittadina. Il baby bullo, qualche giorno fa, in centro, ad Ancona, avrebbe sferrato un pugno contro una ragazza di 16 anni, che teneva per mano un’altra ragazza. Pare che una delle due indossasse una borsa arcobaleno (simbolo della comunità lgbt+) e che il 14enne, prima di passare all’aggressione fisica, abbia insultato la vittima (e la ragazza che era con lei) con termini omofobi, benché non si conosca l’orientamento sessuale della vittima.
La madre della studentessa 16enne, nelle ore seguenti l’aggressione, si è messa in contatto con Arcigay Comunitas Ancona. L’associazione, sin da subito, tramite il segretario, Matteo Marchegiani, si è resa «disponibile ad offrire il necessario supporto psicologico e legale alla ragazza».
E così è stato: la querela è stata sporta nei giorni scorsi, dopo che la giovane vittima aveva lasciato il pronto soccorso, col volto tumefatto per via del pugno ricevuto. Della vicenda, si occupano i Carabinieri della stazione di Ancona centro, cui spetterà l’arduo compito di ricostruire i dettagli dell’accaduto. Ad aiutare gli inquirenti, potrebbero essere sicuramente le telecamere posizionate in corso Garibaldi, la via dello shopping dov’è accaduta l’aggressione.
Certo è che ora il 14enne che ha aggredito la giovane studentessa rischia conseguenze ben più gravi della semplice identificazione, cui era incorso il 28 agosto da parte del Nucleo radiomobile dei Carabinieri, intervenuto sul posto, insieme alle Volanti e alla Croce rossa.
Sui social, la vicenda ha avuto un’importante eco mediatica ed è stata ripresa da testate nazionali (come Il Resto del Carlino o Gay.it), con una pioggia di commenti sul web. Alcuni dei quali di solidarietà con la vittima, altri di insulti e offese anche contro l’aggressore, che – ricordiamolo – è un anconetano (di origini africane).
Ma a smorzare i toni, con un comunicato, ci pensa la madre della 16enne (che preferisce l’anonimato, ndr): «Chiedo che gli organi di stampa e gli utenti dei vari social network evitino di dare definizioni con pregiudizi vari, riguardanti l’identità sessuale di mia figlia, soprattutto basandosi su voci, aspetto fisico, abbigliamento o simili, in quanto nessuno ha certezza di ciò e comunque sono aspetti del tutto personali. Inoltre – continua ancora la madre della ragazza – mia figlia non ha offeso nessuno per il colore della pelle e non riteniamo sia questo il problema».
E ancora: «La provenienza dei protagonisti non ci interessa – spiega la donna. L’aspetto rilevante è l’aggressione subìta da mia figlia. Non vogliamo in nessun modo alimentare odio e restare in un clima di guerra. Chiediamo riservatezza e chiediamo che non vengano diffuse notizie errate. Vi preghiamo di rispettare la privacy delle persone coinvolte, saranno gli organi competenti ad accertare eventuali responsabilità».