ANCONA- Aggressioni e minacce di morte all’arbitro, dieci denunce e Daspo alla squadra del Colle 2006, per la partita di prima categoria del girone B disputata il 26 novembre 2016 allo stadio Sorrentino di Collemarino contro il Leonessa Montoro. Una pagina di sport da dimenticare, una violenza inaudita e inspiegabile esplosa nei confronti dell’arbitro 21enne Erised Nazeraj, per un gol assegnato alla squadra ospite. Dopo lunghe e difficili indagini, la Digos, diretta dalla d.ssa Margherita Furcolo, ha deferito in stato di libertà otto giocatori del Colle 2006 poco più che ventenni, alcuni con precedenti, il presidente Giancarlo Manicni e un dirigente accompagnatore per violenza aggravata dalla minaccia di morte e lesioni. Alle denunce faranno seguito i Daspo e dunque, per anni non potranno accedere a manifestazioni sportive.
Il giudice sportivo aveva invece già deciso la squalifica da 5 a 3 anni dei responsabili, 3.000 euro di ammenda, 8 giornate di squalifica del campo e gara persa a tavolino. Indagini difficili per clima di omertà che si è venuto a creare. Solo l’arbitro ha sporto denuncia. Ci sono voluti sei mesi per ricostruire esattamente i fatti e trovare i responsabili. «C’è paura di esporsi in prima persona, ancora oggi c’è timore di parlare di questo episodio e a denunciare. Si tratta di persone che hanno poco a che fare con il calcio e paura di ritorsioni nei confronti della famiglia. Ciò dimostra la fortissima pressione esercitata dalla compagine padrona di casa» spiega la dirigente della Digos.
I FATTI. Allo stadio Sorrentino di Collemarino si sta disputando il secondo tempo della partita di prima categoria tra i padroni di casa, Colle 2006, e gli ospiti, il Leonessa Montoro. Sugli spalti, il pubblico. Una cinquantina di tifosi, per lo più familiari e amici dei giocatori. Al 65′ il Leonessa pareggia a seguito di un’azione dubbia. Goal contestato dai padroni di casa mentre l’arbitro convalida la rete. Il vice capitano del Colle 2006, fronteggia il direttore di gara. Viene espulso e in men che non si dica scoppia il parapiglia. Esplode al protesta degli altri giocatori della squadra, il pubblico invade il campo. L’incontro viene sospeso. L’arbitro prova a raggiungere gli spogliatoi ma viene accerchiato da otto giocatori del Colle, dal presidente e da un dirigente accompagnatore. Ingiurie, minacce di morte, pugni, calci, colpi alla testa talmente violenti da provocargli la lesione di un timpano. Gli aggressori provano a bloccare anche i giocatori del Leonessa diretti negli spogliatoi per farli rientrare in campo.
Aria tesa anche sugli spalti. Uno spettatore del Leonessa filma tutto con lo smartphone, viene accerchiato e minacciato affinché cancelli il video. Il cellulare cade ma il proprietario fortunatamente riesce a recuperarlo. Le immagini che si riveleranno utili per le indagini. L’arbitro sanguinante riesce a chiudersi a chiave negli spogliatoi. Provato, chiama il 113. Nel frattempo, anche alcuni abitanti della zona che stavano seguendo la partita dalle finestre di casa allertano la Questura: “Correte, correte! C’è una persona che urla e perde sangue”. All’arrivo della Polizia, giocatori e spettatori se la sono data a gambe. I poliziotti hanno trovato solo l’arbitro dolorante e sanguinante, talmente spaventato per possibili ripercussioni che ha preferito andare al pronto soccorso di Fermo. Per lui inizialmente 10 giorni di prognosi.