ANCONA – Geomatica al servizio della ricostruzione del Minareto di Aleppo e interscambio di studenti tra Politecnica delle Marche e Università di Aleppo. È quanto sarà possibile grazie all’accordo, di prossima firma, tra le due università illustrato stamane dal rettore Sauro Longhi, dal professor Gabriele Fangi, docente in pensione dell’ateneo dorico di geomatica (la scienza delle misure della terra coniugata alle più avanzate tecnologie digitali) e Roberto Pierdicca ricercatore di geomatica del Dipartimento Civile, Edile e Architettura della Politecnica.
Un’intesa storica, portata avanti dal professor Gabriele Fangi che si è recato in Siria, dal 1 al 15 ottobre scorso, su invito di una Ong e ospite del Governo siriano. Un viaggio nell’ambito del quale il professor Fangi, quale ambasciatore dell’Università di Ancona, ha incontrato autorità accademiche e governative di Aleppo per il progetto di ricostruzione del Minareto e stretto relazioni per accordi tra l’Università Politecnica delle Marche e l’Università di Aleppo. Una iniziativa in linea con le attività di apertura di collaborazioni internazionali tra Università.
«Siamo molto interessati alla collaborazione con l’Università di Aleppo – ha detto il rettore Sauro Longhi – soprattutto per l’interscambio di studenti – Competenze, tecniche, metodi e professionalità messe a servizio per contribuire alla ricostruzione di un patrimonio di tutti». Un’attività utile e altamente formativa anche per gli studenti marchigiani, come ha evidenziato Loghi che ha sottolineato la necessità di raccogliere questa sfida, anche con la collaborazione del professor Fabio Mariani, esperto di restauro e docente della Politecnica. Nel concreto la fotogrammetria sferica (che rientra nella geomatica), tecnica ideata 10 anni fà dal professor Fangi, consentirà di risalire a come erano effettivamente i monumenti prima di essere distrutti dalla guerra. «Attraverso una macchina fotografica e un calcolatore – spiega il professor Gabiele Fangi – è possibile fare la restituzione dei monumenti», tramite un confronto tra le immagini dei manufatti, scattate dall’ex docente in un suo precedente viaggio prima del conflitto (2010) e quelle immortalate dopo i danni della guerra. In questo modo sarà possibile ricostruire in 3D il Minareto di Aleppo e anche tutti gli altri monumenti danneggiati per poi provvederne alla reale ricostruzione. Una sorta di dettagliate “istruzioni” rivolte agli esecutori dei lavori di restauro e ricostruzione, e di guida per sapere come realizzarli.
Dopo il suo primo viaggio in Siria, il professor Fangi aveva allestito una mostra alla Politecnica e realizzato un video, tradotto in inglese, che aveva poi messo in rete. Video visto dai responsabili dei beni culturali siriani che hanno successivamente contattato il professor Fangi per invitarlo in Siria, a Damasco ed Aleppo. Al vaglio anche la possibilità di realizzare un workshop di studenti marchigiani ad Aleppo.
Roberto Pierdicca ha sottolineato gli aspetti di innovatività ed economicità della fotogrammetria sferica, una tecnica utile, come ha spiegato, «per chi fa ricerca, studio e restauro a dare un seguito alla memoria storica di edifici che non esistono più».
LA MOSTRA
La mostra, riallestita temporaneamente per l’occasione, presenta la documentazione metrica di alcuni dei più significativi monumenti della Siria, eseguita dagli studenti della Università Politecnica delle Marche, durante il corso di Fotogrammetria. La grande moschea di Damasco, il teatro romano di Bosra, quello di Palmira, il tempio di Bel, l’arco trionfale di Palmira, le mura della Cittadella di Aleppo e infine il minareto della moschea degli Omayyadi di Aleppo. Sono alcuni dei 28 monumenti documentati da Fangi, con fotografie panoramiche, rilievi 3D, e video animati.