Ancona-Osimo

Alla riscoperta dell’antica via Clementina

La via Clementina, nel tratto da Nocera Umbra al porto di Ancona, rivivrà grazie a un progetto interregionale tra Marche e Umbria. Oggi è stato firmato il protocollo d'intesa dai 13 comuni coinvolti e dall'Autorità di sistema portuale

Da sin. Massimiliano Presciutti, sindaco di Gualdo Tadino; Rodolfo Gimapieri, presidente Autorità Sistema Portuale; Paolo Marasca, assessore al comune di Ancona; Giovanni Bontempi, sindaco di Nocera Umbra

ANCONA – Per la prima volta ben tredici Comuni di Marche e Umbria collaborano per valorizzare sul piano turistico e culturale la straordinaria via Clementina, nel tratto che va da Nocera Umbra al porto di Ancona. L’antica strada rivivrà grazie al progetto interregionale “Cleope” che coinvolge Ancona, Falconara, Chiaravalle, Jesi, Serra San Quirico, Genga, Sassoferrato, Matelica, Fabriano, Fossato di Vico, Sigillo, Gualdo Tadino e Nocera Umbra.

Presentazione del progetto “Cleope” per la valorizzazione della via Clementina

Con questo obiettivo, oggi nella sede dell’Autorità di Sistema Portuale, è stato firmato un protocollo d’intesa per concretizzare il progetto di promozione del percorso viario, caratterizzato da alcuni territori di Umbria e Marche colpiti indirettamente dal terremoto. Il progetto è nato grazie all’idea di studiosi e ricercatori locali, raccolti nel Laboratorio Via Clementina e Centro Sociale il Faro, uniti dal desiderio di una maggiore conoscenza di questo percorso tra l’Appennino e il mare, ricco di potenzialità turistiche, ma poco valorizzato come sistema integrato. II protocollo avrà durata sperimentale fino al 31 dicembre 2017, con lo scopo di qualificare l’offerta turistica dei territori attraverso la definizione di un itinerario turistico, tra Marche e Umbria, con il coinvolgimento delle comunità locali che insistono lungo la strada Clementina. Tra gli obiettivi anche l’attivazione di una rete di collaborazioni con l’altra sponda adriatica, caratterizzando Ancona come snodo verso l’Oriente e luogo di transito verso la penisola balcanica, individuando altri itinerari, in prosecuzione e continuità storico-culturale scoprendo le vie bizantine. E ancora la creazione di un itinerario enogastronomico; la realizzazione di attività di fund raising; piste ciclabili e percorsi naturalistici nel paesaggio fluviale lungo l’Esino e la realizzazione di proposte progettuali operative “in rete” territoriale, orientate anche alla ricerca di fondi, a livello locale ed europeo.

Carta del sistema viario tra la costa adriatica e Foligno

«Per ottenere i risultati è indispensabile la collaborazione – dichiara Rodolfo Giampieri, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale – e questo impegno comune è finalizzato allo sviluppo di un turismo culturale che evochi rispetto della natura ed ecosostenibilità». «Questo protocollo nasce dall’ascolto del territorio – dichiara Paolo Marasca, assessore alla Cultura – ed è un’opportunità concreta per il turismo sostenibile e per la valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale». Il percorso dell’antica via non può che concludersi nel porto dorico dove, sin dal 1733 la via Clementina, fatta sistemare appositamente da papa Clemente XII veicolava merci, persone e acque potabili che avrebbero poi proseguito il loro viaggio verso Est, oltre l’Adriatico. Si deve proprio all’intraprendenza di questo pontefice, la cui statua orna piazza del Plebiscito, l’aver dato vita a un’importante e strategica arteria infrastrutturale di comunicazione del centro Italia, che secondo le intenzioni originarie avrebbe dovuto collegare il porto di Civitavecchia sul Tirreno con quello di Ancona reso, nel frattempo, porto franco. Il pontefice chiamò poi Luigi Vanvitelli a progettare ed eseguire i lavori di ampliamento, impegno assolto con grande efficacia dal celebre architetto. Vanvitelli prolungò infatti il molo costruito dall’Imperatore Traiano e realizzò a lato sud una grande isola artificiale pentagonale sulla quale costruì il nuovo Lazzaretto, sin da allora una vera e propria struttura polifunzionale.