ANCONA- Una settimana fa, la bomba d’acqua che ha allagato la Baraccola e per la quale, il Comune di Ancona ha chiesto lo stato di calamità. Le strade invase da fiumi di acqua e fango, auto sommerse e poi, la tragedia sfiorata. Due donne rimaste intrappolate con l’auto nel sottopasso di via Caduti del Lavoro, salvate in extremis dagli agenti delle Volanti. Per quanto accaduto, il candidato sindaco Stefano Tombolini e l’avv. Arnaldo Ippoliti hanno presentato questa mattina (22 giugno) in Procura, un esposto formale per fare chiarezza, individuare eventuali responsabilità e tutelare la sicurezza dei cittadini.
«Questo al fine di verificare la violazione degli artt.426/427 e 450 C.P, da parte degli enti interessati, nonché per accertare l’omessa realizzazione di opere infrastrutturali per stabilire le condizioni di sicurezza e ridurre il rischio idrogeologico nelle aree maggiormente colpite dall’evento alluvionale del 14 giugno 2018- spiegano-. A 40 anni dalla realizzazione del piano degli insediamenti produttivi alla Baraccola, continuare a vedere le scene apocalittiche del 14 giugno è davvero intollerabile. Come è noto, dieci minuti di pioggia intensa hanno purtroppo dimostrato che il sistema della raccolta dei reflui delle acque meteoriche alla Baraccola non è affatto adeguato. Nessuno che abbia infatti provveduto alla realizzazione di vasche di prima pioggia, vasche di laminazione in grado di evitare la messa in pressione del sistema fognario ed i conseguenti gravi problemi. Ancora una volta purtroppo le amministrazioni deputate alla pulizia dei fossi così come l’amministrazione comunale si sono fatte cogliere impreparate. Fra l’altro, nei cassetti del Comune vi sono tanti fascicoli fastidiosi. Di quelli che non fanno dormire sonni tranquilli agli amministratori».
Tombolini e Ippoliti tirano fuori dal cappello una relazione redatta da un ingegnere idraulico sulla regimentazione dei bacini idrici confluenti il impluvio della Baraccola. «Si tratta di una relazione datata ma mai presa in considerazione. Evidenzia l’assoluta necessità di provvedere ad una sistemazione idraulica con adeguamento delle sezioni dei fossi dei punti di raccolta delle acque superficiali indicando inoltre, la necessità di allargare l’attenzione al bacino idrico che va dalla Baraccola fino all’Aspio. Per di più, l’intera zona è stata oggetto di uno studio fatto dall’Università di Genova che evidenzia quali siano le soluzioni dirette a garantire il superamento della condizione di esondabilità dell’area. Esondabilità che è cartografata dalle mappe regionali dagli studi idrogeologica».