CAMERANO – “Di Camerano ce n’è più sotto che sopra”, recita il detto popolare perché si sa, il percorso ipogeo che si snoda al di sotto della superficie della città del Rosso Conero potrebbe essere più esteso o quanto meno più ricco di storie che il paese stesso.
Adesso nelle grotte c’è una novità, il formaggio, messo a invecchiare dopo il vino nella cantina Carletti.
L’avventura “Tufo” è nata poco tempo fa, quasi per gioco, ed è cresciuta in maniera naturale come tutte le iniziative mosse da passione e curiosità. Si sono conosciuti al ristorante cameranese “Il girasole” e da lì i due fondatori hanno deciso di intraprendere il progetto della produzione di formaggi di qualità con materie prime locali.
L’esperienza di Marco, maturata in Alto Adige e poi esportata all’estero, si è incontrata con l’estro creativo di Samuele, giovane chef autoctono sempre alla ricerca di prodotti locali d’eccellenza. Dopo aver saggiato diverse aziende delle Marche e selezionato le migliori produzioni di latte ovino e vaccino, sono passati alla sperimentazione nella produzione. Sono nati cosi i pecorini “porchettati” in vero stile marchigiano, quelli al Rosso Conero in partnership con l’azienda vinicola “Angeli di Varano” di Camerano, quelli con le visciole selvatiche da piante storiche dell’azienda “Scacciapensieri” di San Paolo di Jesi, i “conciati”, formaggi invecchiati minimo quattro mesi sottolio secondo una ricetta tradizionale contadina e le produzioni delle diverse stagionature.
La nuova scommessa dei ragazzi è “Tufo” appunto, il pecorino stagionato in grotta nel suggestivo sottosuolo del paese di Camerano. Le grotte del paese sono infatti perfette sia per condizioni di temperatura che di umidità. A oggi è possibile osservare la stagionatura delle forme poste all’interno di una barrique modificata appositamente nei labirinti del percorso ipogeo. Entusiasta la Proloco per il ruolo di gestore delle grotte, per la visibilità alla promozione del territorio attraverso la collaborazione tra giovani imprenditori local.
Silvia Santini