ANCONA – «Per quanto riguarda la mia nomina ad assessore, dico al presidente Acquaroli di procedere come ritiene più opportuno. Mai metterò in difficoltà il governo della Regione che abbiamo tanto faticosamente conquistato dopo 50 anni». Lo dice il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale Carlo Ciccioli finito al centro della polemica dopo alcune affermazioni espresse durante la seduta straordinaria del Consiglio regionale dedicata all’alluvione del 15 settembre. In quell’occasione Ciccioli, ricostruendo la storia di alcune delle vittime dell’alluvione, aveva affermato che queste si erano trovate «nel posto sbagliato al momento sbagliato».
Affermazione che aveva sollevato polemiche dai partiti di opposizione, con il Pd in testa a chiedere che il capogruppo non venga nominato assessore, polemiche a cui si erano accodati tra gli altri anche il Terzo Polo e il Movimento 5 Stelle. Il capogruppo di FdI, in pole per un assessorato nella giunta Acquaroli dopo l’elezione in Parlamento degli assessori Guido Castelli (FdI), Mirco Carloni e Giorgia Latini (Lega), rimette ogni decisione al governatore delle Marche a cui spetta la nomina degli assessori.
«È per me questo un grande dolore, in quanto avevo investito nel mio futuro ruolo di Governo tantissime aspettative – dice Ciccioli -, rinunciando anche ad altre prospettive, per realizzare quei progetti che da tempo tutta la coalizione ha in animo. Ma è niente rispetto al dolore delle famiglie che hanno perso i propri cari».
«Da due giorni sono sottoposto a un linciaggio morale – osserva -. Non ho rubato, non sono responsabile di disastri ambientali o di aver determinato vittime, non ho oltraggiato nessuno, non ho mai dato scandalo o luogo a condotte inaccettabili, mi sono sempre comportato bene, con generosità, a volte esagerata. Invece sono un colpevole».
«Il Pd è stato responsabile della gestione del rischio idrogeologico e del controllo delle aste fluviali negli ultimi 25 anni nelle Marche, totalmente inadempiente – attacca -. La Giunta Acquaroli, nei primi due anni del suo mandato, ha impiegato risorse per oltre 100 milioni di euro, che rappresentano l’intero budget impiegato nei cinque anni della Giunta Ceriscioli. Questi sono numeri senza alcuna interpretazione, eppure il centrodestra sarebbe sotto accusa, proprio dal Pd che è responsabile della mitigazione dei vari Piani Ambientali Integrati e delle Varianti ai Piani Regolatori coinvolti in molti dei territori alluvionati».
«È senza pudore – prosegue – chi si erge a censore morale e politico ed è stato rinviato a giudizio a seguito dell’alluvione di Senigallia del 2014 (per il reato di inondazione colposa; ndr). Le indagini e il procedimento giudiziario non gli hanno impedito di essere candidato alla presidenza della Regione nel 2020 per la coalizione del centrosinistra, in questo caso nessuna delle ‘anime belle’ si è indignata. Pensare che solo qualche mese fa in Consiglio non avevo infierito su di lui quando con uno scivolone incredibile aveva pubblicato la foto della Meloni a testa in giù sul suo profilo social. Evidentemente tipologie umane diverse».
«Per la prima volta l’opposizione, in questo caso il Pd, si arroga il diritto di decidere le nomine degli assessori nella Giunta regionale – aggiunge -. Non mi risulta che l’opposizione di prima abbia mai preteso di incidere sui nomi della Giunta regionale Ceriscioli o in quelle dei suoi predecessori. Singolare, davvero singolare, anzi sconcertante».
«Sono, invece, estremamente mortificato – spiega – che le mie parole siano state travisate e fraintese, nel loro senso vero anche perché, chi mi conosce bene lo sa, le hanno portate a essere assolutamente distanti dal mio pensiero. Probabilmente la tensione emotiva nel parlare di quei fatti, mi ha esposto a un violentissimo attacco umano e politico. Mio grave errore nella comunicazione, dove la forma prevale sulla sostanza. Ho parlato a braccio e con grande sgomento dei tragici fatti accaduti. Di questo ho già fatto pubblica ammenda e ho chiesto immediatamente scusa quando mi sono reso conto di poter aver detto cose non opportune e confuse».
«Il mio impegno per le Marche – aggiunge -, i marchigiani e il mio Partito non muta comunque e non arretrerò per questa vicenda neanche per un centimetro rispetto alle mie opinioni ed ai miei obiettivi. Ho passato una vita in mezzo all’assedio politico e alle difficoltà di poter realizzare le cose in cui credo e alla vigilia dei 70 anni non cambierò di certo il mio modo di essere. Mi viene ricordata frequentemente la frase di Adenauer “la politica è lo spazio tra ciò che è giusto e ciò che è opportuno”. Io non riesco ad essere opportunista e dico sempre ciò che ritengo vero, non quello che è più comodo. La banalità non mi appartiene – conclude -, alla forma privilegio la sostanza delle cose, anche se frequentemente purtroppo “mi muovo come l’elefante nella cristalleria” e di questo mi rammarico».