Ancona-Osimo

Alluvione, il Comitato di cittadini e imprese incalza Regione e Stato

Il Comitato si sta battendo per tutelare a tutto tondo gli alluvionati, sia per ricevere ristori adeguati che per avere finanziamenti per rimettere in piedi case e aziende e anche per muovere gli enti preposti a pulire fossi e mettere in sicurezza argini e non solo

L'incontro del Comitato alluvione Marche
L'incontro del Comitato alluvione Marche

OSIMO – «È trascorso molto più di un mese dall’evento alluvionale del 18 e 19 settembre e ancora non sono stati fatti accordi da parte della regione Marche con istituti di credito, salvo averci comunicato che c’era un dialogo con i confidi aperto. È necessario urgentemente che sia la regione Marche a prendere contatto con gli istituti affinché questi mettano in atto delle linee di credito adeguate rivolte a chi ha subito danni siano essi cittadini o imprese». Ad affermarlo è Andrea Pesaresi, osimano portavoce del Comitato alluvione Marche, che si sta battendo per tutelare a tutto tondo gli alluvionati, sia per ricevere ristori adeguati che per avere finanziamenti per rimettere in piedi case e aziende che per muovere gli enti preposti a pulire fossi e mettere in sicurezza argini e non solo affinché situazioni simili non si verifichino più.

L’aggiornamento

«Ogni settimana, un evento alluvionale. Poi ci sono situazioni drammatiche come quella di Valencia o dell’Emilia-Romagna del 2023. Ora è indispensabile che questo governo e quelli futuri mettono a disposizione risorse per la messa in sicurezza dei territori, non si può più solo pensare a ristorare danni che poi si fa fatica a ristorare perché sono enormi e continui con costi almeno quattro volte superiori rispetto alla messa in sicurezza. Con un emendamento al governo stiamo chiedendo 60 milioni di euro distribuiti in 10 anni per mettere in sicurezza tutto il territorio da Ancona nord a Porto Recanati. Abbiamo studiato da proporre una formula che impegna il governo per meno di 6 milioni di euro l’anno per 10 anni, una cifra più che sostenibile, considerato che potrebbe risolvere definitivamente tutti i problemi futuri». Tutti i parlamentari in occasione dell’incontro dell’11 ottobre si sono dimostrati disponibili a firmare questo emendamento. «Abbiamo sempre detto che il nostro è un comitato che dialoga, non contesta, che vuole costruire assieme alle istituzioni. Però vuole anche risposte chiare dalle stesse, non promesse ma cose semplici fattibili e messe in atto nel più breve tempo possibile. Pretendiamo di non essere presi in giro, che sia costituito un tavolo nel quale siano presenti tutti gli attori, dalla regione al Consorzio di bonifica, dai comuni all’Autorità di bacino fino all’Anas. Un tavolo dal quale guardandoci in faccia si capisca con trasparenza e chiarezza di chi sono le responsabilità degli interventi da mettere in atto. Ci vantiamo di rappresentare più di duemila persone, numero in continua crescita, che hanno bisogno di risposte chiare. Inutile dire che tenteremo tutte le forme di dialogo possibile tutte le forme di collaborazione possibile ma se non dovesse dare dei risultati non staremo con le mani in mano».

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