ANCONA – A tre mesi dalla grave alluvione che ha devastato le province di Ancona e Pesaro Urbino – e in un secondo momento coinvolto anche alcuni comuni del maceratese – la Regione Marche fa il punto della situazione annunciando lo sblocco delle prime risorse per superare la fase di emergenza. Tra le conseguenze più importanti da affrontare c’erano, oltre a tutta la parte del soccorso e all’organizzazione degli interventi, il supporto per le spese di somma urgenza e la pianificazione dei primi lavori per la messa in sicurezza del territorio, realizzati da Comuni, Protezione Civile Regionale, Genio Civile, Anas e Province.
Lo stanziamento da parte del Governo nazionale di 400 milioni di euro per affrontare la calamità naturale che ha colpito soprattutto le valli del Misa e del Nevola, ha permesso di effettuare i pagamenti, di finanziare gli oltre 200 cantieri attivati in questi tre mesi ma anche di guardare al futuro: i fondi servono anche per dare respiro a enti e famiglie. La Regione sta provvedendo a trasferire le risorse necessarie al pagamento dei contributi di autonoma sistemazione per le famiglie che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni a causa delle ordinanze di sgombero emesse dai sindaci. Nelle prossime settimane saranno definiti gli ulteriori fabbisogni necessari al ripristino delle condizioni di sicurezza. Oltre a ciò, la struttura sta elaborando, in collaborazione con la Protezione Civile Nazionale, uno studio di messa in sicurezza e monitoraggio dell’intera asta fluviale Misa-Nevola, con l’obiettivo di eliminare, o quantomeno ridurre al massimo, il ripetersi di eventi catastrofici.
La Regione ha predisposto e approvato piani per i primi interventi da 5 milioni previsti nell’ordinanza 922 della Protezione Civile Nazionale, già in corso di pagamento ai soggetti attuatori che ne hanno fatto richiesta. A tal proposito, sono stati pubblicati i primi decreti da parte del vicecommissario Stefano Babini.
«Sono state verificate oltre 3.000 schede di interventi presentati dai soggetti attuatori e redatti tre piani per un totale di altri 86 milioni – ha spiegato quest’ultimo -. Si tratta di interventi di somma urgenza e ripristino delle condizioni di minima sicurezza per le popolazioni interessate all’evento. Inoltre, abbiamo elaborato i piani di ulteriori fabbisogni riferiti alle prime misure di sostegno ai privati e alle attività produttive, come previsto dall’ordinanza di Protezione Civile, utili a ristorare attività e cittadini non appena le somme stanziate dal Governo saranno trasferite alla contabilità speciale. Si tratta di 200 milioni già approvati a valere sul bilancio 2022 e altri 200 milioni per il 2023/24».
Sul fronte delle opere pubbliche alcuni interventi, come il ponte provvisorio di Cantiano, sono già stati eseguiti dall’Anas grazie all’input della Regione che ne ha autorizzato la realizzazione immediata. Con la stessa Anas sono previste opere per oltre 160 milioni di euro, individuando, in accordo con i Comuni, quelle a cui dare precedenza. La struttura del vicecommissario Babini sta visitando quotidianamente Comuni e altri soggetti attuatori, tra cui, oltre agli stessi Comuni, Province, Protezione Civile Regionale, ATO rifiuti, AATO fogne e acquedotti. Vi è un costante confronto costruttivo, poi, con il Consorzio Bonifica Marche, per la manutenzione d’emergenza dei corsi d’acqua minori.
«Un importante contributo è stato fornito dal Genio civile della Regione – ha aggiunto l’assessore alla protezione civile, Stefano Aguzzi – che ha attivato 67 cantieri con la procedura di somma urgenza, 40 dei quali sono già stati ultimati, per un totale di circa 5,6 milioni di euro». I cantieri attivati dal Genio civile hanno interessato complessivamente 20 Comuni, di cui 13 in provincia di Ancona per circa 4 milioni di euro (Arcevia, Barbara, Castelleone di Suasa, Castelplanio, Corinaldo, Genga, Maiolati Spontini, Ostra, Ostra Vetere, Sassoferrato, Senigallia, Serra de’ Conti, Trecastelli) e 7 in provincia di Pesaro e Urbino per circa 1,6 milioni di euro (Acqualagna, Cagli, Cantiano, Frontone, Pergola, S. Lorenzo in Campo, Serra Sant’Abbondio). I bacini fluviali interessati dagli interventi sono quelli del Cesano, del Metauro, del Misa e dell’Esino. In generale le attività nei corsi d’acqua hanno riguardato la rimozione dei materiali di diverso genere che ne ostruivano il corretto deflusso, così pure all’altezza dei principali ponti. Grande attenzione è stata posta al ripristino degli argini soprattutto dei fiumi Misa e Nevola, previo il taglio di piante pericolose o pericolanti. Attività a cui è seguita anche la riapertura al transito pedonale e veicolare di alcuni ponti, soprattutto quelli di collegamenti tra i vari centri dell’entroterra senigalliese, anche se le chiusure sono ancora molteplici, con conseguente disagio per la popolazione e malcontento che cresce.
«L’evento distruttivo che ha colpito la nostra regione lo scorso settembre – ha affermato il presidente della Regione, Francesco Acquaroli – ha i contorni di una enorme calamità naturale, per le tragiche perdite che rappresentano il più grande dolore, per la vastità del territorio colpito e soprattutto per i danni enormi che sono conseguiti. Il Governo ha compreso la vastità di quello che è accaduto stanziando 400 milioni di euro, una somma ingentissima che ci permetterà di dare ai territori quelle risposte celeri e concrete di cui necessitano per ripartire, a cominciare dalle somme urgenze per gli interventi realizzati dai Comuni, le opere necessarie a garantire il ripristino e il miglioramento della sicurezza e la progettazione degli interventi per la mitigazione del rischio e l’adeguamento dei sistemi di allertamento per la popolazione».