Oggi (21 giugno), il presidente di Camera Marche Gino Sabatini è intervenuto in audizione in Camera dei Deputati, all’VIII Commissione Ambiente. A Roma si è dibattuto del Dl “Alluvioni”, a distanza di meno di un anno dalla disastrosa alluvione che ha colpito le Marche lo scorso anno, in particolar modo le province di Ancona e Pesaro e Urbino, provocando vittime, feriti e danni per 2 miliardi di euro. E a poche settimane dagli ultimi terribili eventi che hanno interessato in larga parte la Romagna e le zone emiliane ma anche, di nuovo, le nostre province di Pesaro e Urbino.
Il presidente della Camera di commercio delle Marche ha contribuito all’approfondimento sugli interventi necessari che la Commissione sta svolgendo soffermandosi, con dati alla mano, sulla rilevanza del territorio marchigiano colpito dall’alluvione dal punto di vista dell’economia regionale e nazionale. «Gli ultimi eventi hanno colpito particolarmente 7 comuni marchigiani – ha spiegato Sabatini – inseriti nell’allegato al decreto-legge di cui oggi si discute tra cui anche Pesaro e Urbino, quasi il 7% del territorio regionale, abitato da più di 187 mila persone, cioè il 13% della popolazione delle Marche. Inoltre, riteniamo opportuno valutare l’allargamento dell’area interessata anche ai comuni limitrofi, in quanto sia le imprese che i cittadini sono stati coinvolti direttamente da questo evento, secondo le verifiche in corso della Regione Marche».
Alcuni numeri nei territori colpiti dall’alluvione
Secondo le stime di Unioncamere e del Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, nel 2020, il valore aggiunto, cioè la ricchezza creata dai 7 comuni marchigiani colpiti da quest’ultima alluvione, ammontava a 5,3 miliardi di euro, il 15% di tutto il valore aggiunto regionale. Un dato sottostimato a causa della pandemia che si attesta in realtà su più di 6 miliardi di euro.
Nei territori colpiti l’industria rappresenta quasi il 21% del valore aggiunto ma sono i servizi a rappresentare oltre il 74% della ricchezza prodotta, con una particolare vocazione di queste zone nelle attività legate all’architettura, all’immobiliare e alla produzione di software rispetto alla media regionale.
Il lavoro
Va sottolineato che l’area alluvionata fa parte di una provincia, quella di Pesaro e Urbino, che trae una forte linfa economica dal sistema produttivo culturale e creativo. Dai dati Unioncamere-Infocamere risultano più di 22mila unità locali attive nei 7 comuni considerati, che danno occupazione a oltre 67mila persone. «Ci sono settori che trovano proprio all’interno di questa area alluvionata buona parte dei propri insediamenti produttivi dell’intera regione delle Marche. In particolare, ne cito tre: la fabbricazione di mobili, la fabbricazione di macchinari ed apparecchiature e le attività di servizi per edifici e paesaggio. Questi tre ambiti nel loro insieme assorbono 10.500 addetti. Stiamo parlando di circa il 27% degli addetti rispetto al totale regionale», ha evidenziato Sabatini.
I distretti
Nella regione ci sono poi numerose “nicchie” di attività economica, cioè attività economiche molto specifiche, ma che di fatto vedono proprio le aree alluvionate come un polo significativo a livello nazionale. L’11% di tutti gli addetti italiani della Fabbricazione di mobili per cucina si collocano nelle aree alluvionate delle Marche. Quasi il 9% di tutti gli addetti italiani della Fabbricazione di altre macchine utensili si collocano nelle aree alluvionate delle Marche, il 7% di tutti gli addetti italiani della Produzione di alluminio e semilavorati si collocano nelle aree alluvionate delle Marche.
L’artigianato
Secondo le valutazioni di Unioncamere-Centro Studi Tagliacarne quasi il 10% del valore aggiunto prodotto dall’area deriva dall’artigianato a fronte di una incidenza media nazionale 3 punti percentuali più bassa. A questo comparto si deve il 15% dell’occupazione del territorio (a fronte dell’11% nazionale).
L’export
«Abbiamo appena chiuso i lavori durati cinque giorni della Convention mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’estero, per la prima volta nelle Marche, dove si sono tenuti anche numerosissimi incontri b2b con le imprese.
Anche qui parlano i numeri: dai dati Istat sulle imprese esportatrici, nella porzione di territorio marchigiano colpito dall’alluvione ci sono 527 imprese esportatrici per un valore dell’export di 1,4 miliardi di euro». Sabatini ha ricordato poi le misure che sono state prontamente attivate all’indomani dell’alluvione di settembre e che riteniamo di estendere anche a quelle di maggio 2023 riguardano essenzialmente due linee. «La prima finanziata da Camera delle Marche e Regione fornisce adeguate garanzie tramite i confidi regionali all’accensione di prestiti per investimenti di ripristino e rilancio delle strutture produttive. La seconda, finanziata da Camera delle Marche ed Unioncamere attraverso il Fondo Perequativo, consiste in un abbattimento fino al 50% degli oneri sostenuti dalle imprese per acquisto di dispositivi di protezione e prevenzione del rischio climatico e per contratti di assicurazione per danni da eventi climatici», conclude Sabatini.