ANCONA – Si alza anche dall’assemblea dei piccoli comuni di Anci Marche, la richiesta di politiche che consentano di creare le condizioni per tornare a popolare le aree interne perché la situazione è cambiata rispetto al passato grazie alla disponibilità di risorse. La presenza del coordinatore nazionale Massimo Castelli, sindaco di Cerignale (PC), ha posto nuovamente al centro il tema del controesodo. «Servono nuove politiche per i territori – ha detto – e la volontà di prevedere misure e azioni per invertire la tendenza allo spopolamento delle aree spesso colpite da eventi sismici come nel caso delle Marche».
Se in passato occorreva la sintesi tra azioni e strumenti, ora almeno i fondi ci sono. Ne è convinto Augusto Curti, coordinatore dei piccoli comuni di Anci Marche che ha moderato l’incontro. «I fondi a disposizione ci consentono di programmare e progettare – ha detto – pensando ai 160 milioni di euro già disponibili per il Contratto Istituzionale di Sviluppo e ai fondi per la ricostruzione post sisma oltre al 1,7 mld di fondi straordinari del sisma all’interno del PNRR. Abbiamo le risorse e ora dobbiamo mettere in rete le idee, fare squadra tra sindaci e creare le condizioni perché tanti giovani avviino i propri progetti di vita non più nelle periferie delle città ma nei comuni delle aree collinari e montane», ha detto. La pandemia e il ricorso allo smart working hanno dimostrato che un altro modello è possibile e nell’entroterra c’è lo spazio per avere quel distanziamento interpersonale necessario ad evitare l’acuirsi di eventuali criticità sanitarie. «Occorre oggi riequilibrare non solo tra nord e sud dell’Italia ma anche tra grandi e piccole realtà».
Secondo Valeria Mancinelli, Presidente di Anci Marche, per utilizzare la marea di risorse serve uno sforzo progettuale su come utilizzare bene le risorse e occorre capire che la frammentazione anche istituzionale va superata». «Sulle scuole – ha ricordato – è stata finanziata la ricostruzione di tutti gli edifici col paradosso che non avremo né i bambini né gli insegnanti e il rischio concreto di avere edifici vuoti».
Guido Castelli, assessore agli Enti Locali Regione Marche, ha rimarcato che, come recita la Costituzione, secondo l’art.117, i cittadini hanno diritto ai livelli essenziali seppur in aree di permanente sovraccosto di servizi. «Per questo – ha detto – occorre un sistema di erogazione dei servizi che tenga conto di questi aspetti concependo il PNRR in maniera simultanea al lavoro che faremo sui POR (Programma operativo regionale)». «La montagna di denaro – ha aggiunto – deve rimettere in moto la società e occorre un sistema per far sviluppare la reazione delle imprese attraverso l’intercessione anche dei sindaci, per evitare che la Banca d’Italia ci dica ancora i depositi sono decuplicati mentre quei soldi dovrebbero essere utilizzati per investire». Sul tavolo c’è anche la differenza di opportunità tra i comuni fuori e dentro cratere che va risolta.
Secondo Matteo Ricci, presidente ALI Autonomie «Il momento è adesso e se non ora mai più» – ha detto. «Siamo in una fase pienissima di opportunità ma anche di insidie a partire dal virus. Non possiamo permetterci nuove restrizioni e chiusure e quindi dobbiamo porci l’obiettivo di far vaccinare chi ancora sta attendendo». Per questo «dobbiamo riproporre il tema del green pass per le zone dove è impossibile evitare gli assembramenti e utilizzare la mole di risorse per gli investimenti mai viste. Con le regole attuali quei soldi non siamo in grado di spenderli. Si è fatto un passo avanti col DL Semplificazioni ma ancora insufficienti e su quello dobbiamo spingere». Per semplificare e snellire, Ricci propone che «non tutto passi dalle regioni perché non si possono occupare di tutto. Sulle infrastrutture il PNRR non ha risolto i problemi infrastrutturali mentre per le Marche l’Appenino deve essere elemento di unione e non di separazione. Il raddoppio della Orte-Falconara è indispensabile per andare verso l’alta velocità che noi non abbiamo sull’Adriatico».
Al dibattito hanno partecipato anche Mauro Dini, sindaco di Lunano ha chiesto «risorse per fare i progetti o perdere anni perché i tecnici non vogliono più lavorare senza essere pagati», Fabio Badiali, sindaco di Castelplanio, ha rimarcato come «le problematiche della burocrazia si siano acuite negli anni» e i sindaci di Borgo Pace, Monte Grimano, San Marcello, Carassai.