ANCONA – Metalmeccanici in sciopero il 5 novembre per protestare contro la rottura del tavolo di trattativa con Federmeccanica per il rinnovo del contratto nazionale. Ad indire lo sciopero nazionale di 4 ore e il sit-in che si svolgerà sotto la sede di Confindustria ad Ancona a partire dalle ore 10, sono Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil.
Una protesta che arriva ad un anno dalla presentazione della piattaforma contrattuale e a 10 mesi dalla scadenza del contratto. «In questi giorni stiamo tenendo delle assemblee in tutte le aziende del territorio e la partecipazione è molto alta, questo è un segnale di auspicio di una buona riuscita dello sciopero» spiega il segretario regionale Fiom Cgil, Tiziano Beldomenico. Diverse migliaia i dipendenti che hanno partecipato alle iniziative promosse dai sindacati confederati.
«In un momento problematico come questo, così delicato per il Paese, con la pandemia di covid in atto – prosegue – , il rinnovo del contratto dei metalmeccanici non può essere lasciato indietro». Beldomenico rimarca «l’attacco feroce di Confindustria» a livello nazionale e spiega che «i lavoratoti hanno bisogno di futuro, diritti e certezze».
Sei i temi al centro della protesta: la difesa dell’occupazione e il rilancio dell’industria metalmeccanica, l’adeguamento salariale, il miglioramento del welfare insieme ai diritti e alle tutele, poi salute e sicurezza dei lavoratori, con un focus sulla necessità di procedere alla stabilizzazione dell’occupazione precaria e all’introduzione della clausola sociale nei cambi appalti. I sindacati chiedono anche il riconoscimento delle competenze professionali, la contrattazione dello smart-working e della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Tra le imprese dell’anconetano i cui lavoratori incroceranno le braccia, aderendo allo sciopero, ci sono Fincantieri, Defendi, Bora, Luna Quinto e altre.