ANCONA – «Segua l’invito di Calamandrei e si rechi nei luoghi delle Marche che furono teatro delle stragi nazifasciste. Comprenderà che i sogni e le ragioni di fascisti e antifascisti non erano equiparabili». Il gruppo assembleare del Pd entra a gamba tesa sulla polemica suscitata dalla lettera agli studenti marchigiani del direttore dell’Ufficio Scolastico regionale, Marco Ugo Filisetti, in occasione del 25 aprile. Un messaggio criticato anche dalla segreteria regionale della Cgil.
«Anche quest’anno il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale Filisetti è riuscito a ricavarsi qualche ora di notorietà e nutrire, attraverso un improprio utilizzo del suo ruolo istituzionale, le sue frustrate ambizioni di revisionista della storia d’Italia – si legge nella nota stampa -. Nulla di nuovo, se non l’ormai matematica certezza che le sue continue provocazioni volte a equiparare fascisti e antifascisti trovano la piena e totale condivisione della giunta Acquaroli, certificata dall’assenza di ogni minima forma di presa di distanza».
«Nonostante gli sforzi e le nostalgie di Filisetti e Acquaroli – affermano i dem – non sarà certo questa sguaiata prassi adottata dal centrodestra marchigiano a recidere le radici della nostra democrazia per riabilitare la mostruosità che fu il regime di Mussolini. Radici che affondano nel sacrificio di tanti partigiani che diedero la vita per riscattare l’onore del Paese e restituire la libertà agli italiani combattendo una guerra di liberazione dall’invasore nazista. Quello stesso invasore che invece i fascisti sostennero, armi in pugno, contro i loro stessi connazionali, rendendosi complici, e in molti casi perfino promotori, di stragi ai danni di intere comunità, di civili inermi, di donne e bambini».
Secondo il Pd marchigiano, «anziché coltivare ambizioni che non gli si addicono, questo 25 aprile Filisetti si prenda una giornata per andare in quei territori della nostra regione che furono teatro delle indicibili violenze di coloro a cui egli sembra voler riconoscere la validità dei sogni e delle ragioni. Vada in uno dei 264 luoghi della nostra regione che, come documenta quella straordinaria opera scientifica che è L’Atlante delle stragi Naziste e Fasciste in Italia, furono messi a ferro e fuoco dall’esercito di Hitler e dalle camice nere. Salga su Colle San Marco o su Monte Sant’Angelo, si rechi a Montalto di Cessapalombo o a Montefortino di Arcevia, si faccia un giro a Pozza e Umito, a Fragheto di Casteldelci o per i comuni della Val Musone».
Lo stesso invito che Piero Calamandrei «fece ai giovani italiani e che risulta ancora oggi estremamente attuale: se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Siamo certi che ne trarrà vantaggio».