ANCONA – Polemiche dopo la manifestazione nazionale di Non Una di Meno che si è svolta ad Ancona sabato 6 maggio per denunciare le difficoltà di accesso all’interruzione volontaria di gravidanza nelle strutture pubbliche a causa dell’obiezione di coscienza che nelle Marche, secondo la rete transfemminista si attesta all’80%. Un gruppo di manifestanti del Cav di Loreto l’Ascolto Odv (Centro di aiuto alla vita) si è recata alla fiera della pesca, punto di partenza del corteo che poi si è mosso verso piazza Cavour, per dire no all’aborto.
«Avevamo comunicato ben due settimane fa la nostra presenza in forma palese sia alla Questura che alla Organizzazione del corteo transfemminista – lamentano in una nota stampa – . Volevamo rispondere alle irruzioni moleste che avevamo subito a Macerata il 21 aprile e a Loreto il 22 aprile, con la nostra forma di dialogo rispettoso, non intrufolandosi come per violentare lo spazio di qualcuno ma chiedendo la possibilità di avere uno spazio di testimonianza. Purtroppo – proseguono nella nota – non appena abbiamo iniziato a sistemare le nostre cose, proprio dinanzi allo striscione preparato da loro per attenderci con la scritta “Voi ProVita etc.” i manifestanti di Non Una Di Meno hanno preso ad accerchiarci».
I volontari del Cav di Loreto l’Ascolto Odv lamentano «non c’è stato il tempo neppure di srotolare lo striscione col logo dell’associazione», rimarcando che «a Macerata 15 giorni prima noi avevamo pazientemente atteso per quasi un’ora e mezza che i manifestanti liberassero l’aula della Biblioteca statale dove doveva tenersi la conferenza sulla maternità».
Sulla questione interviene in solidarietà ai volontari anche il Popolo della Famiglia che per voce del coordinatore regionale Fabio Sebastianelli commenta affermando che le manifestanti per l’aborto «sono sempre in prima linea a parlare di diritti, poi però violano» quello «costituzionalmente garantito, di manifestare la propria opinione a chi non la pensa come loro. Infatti i pochi volontari del Cav di Loreto che la settimana scorsa avevano avvisato sia la Questura che gli organizzatori di una loro piccola presenza pacifica alla manifestazione, sono stati costretti ad andarsene, scortati dalla Polizia», e aggiunge «questo accade anche all’inverso, ovviamente, quando le manifestazioni organizzate sono contro l’aborto».