ANCONA – Abrogare l’abuso d’ufficio. Lo prevede il ddl Nordio che mercoledì ha incassato l’ok del Senato. Una riforma che più volte è stata anche al centro delle assemblee dell’Anci, l’associazione nazionale dei comuni italiani. La novità avrebbe incassato le critiche della Commissione Ue. Secondo Bruxelles infatti c’è il rischio di un indebolimento della lotta alla corruzione.
Cos’è il reato d’abuso d’ufficio? Il reato d’abuso d’ufficio, previsto dall’articolo 323 del codice penale, sanziona «salvo che il fatto costituisca un più grave reato, il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto è punito con la reclusione da uno a quattro anni».
Il parere dei sindaci
Si dice «molto favorevole all’abrogazione del reato d’abuso d’ufficio – il sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti (centrodestra) – il governo sta dimostrando di essere dalla parte degli italiani e dei sindaci per bene. La maggior parte dei processi per abuso d’ufficio si concludono con assoluzioni e archiviazioni, ma mentre la notizia del processo viene riportata su tutti i giornali e i media, quella dell’assoluzione spesso è solo un trafiletto. Giusto punire gli amministratori che commettono illeciti, ma non si può rovinare la vita di persone che dedicano parte della loro esistenza alla città in cui vivono e che non commettono reati».
«Noi sindaci – prosegue Ricci – chiedevamo da dieci anni la revisione del reato di abuso d’ufficio. È un reato che nel 95% dei casi finisce in assoluzione o archiviazione e che un amministratore rischia di compiere esclusivamente votando o firmando un atto. Non funziona – aggiunge – e ha rischiato finora di intasare un sistema giudiziario già storicamente troppo lento. Nel Partito Democratico – conclude – c’è stata una grande discussione sul tema: noi sindaci, pur rispettando la posizione dei parlamentari dem, che hanno votato contro il provvedimento, non possiamo che considerare quella di oggi come una vittoria».
«Ben venga questa novità che può dare ai noi sindaci la possibilità di lavorare in maniera più serena – commenta il sindaco di Sirolo (centrodestra), Filippo Moschella – : i tempi della giustizia non sono gli stessi della politica e i fatti vengono acclarati solo dopo anni, mentre la carriera politica di un sindaco ne rimane gravemente danneggiata. Noi sindaci – aggiunge – abbiamo già grandissime responsabilità in moltieplici settori, quindi ben venga questa innovazione».
D’accordo sul punto anche il sindaco di Camerano (centrosinistra), Oriano Mercante, il quale ricorda la posizione espressa nel 2022 dal presidente nazionale dell’Anci De caro che «aveva auspicato il superamento dell’abuso d’ufficio, perché nella maggior parte dei casi si rivela ingiusto». Per Mercante si tratta quindi «di una giusta semplificazione anche in considerazione del fatto che oggi gli atti passano attraverso la firma dei dirigenti».