ANCONA – Un accampamento al parco del Pincio, a due passi dai giochi per bambini. Succede ad Ancona, in uno dei quartieri più belli della città, con vista sul porto, sul parco del Cardeto e su piazza Cavour. I giacigli dei disperati sarebbero una realtà da diversi mesi.
I residenti riferiscono di non averli mai visti («forse arrivano solo la notte – dice un anziano – non li ho mai visti, qui gioca mio nipote»), ma che qualcuno ci sia è un dato di fatto. Oltrepassando il cancello di via Veneto e salendo sulla rampa di destra (peraltro invasa da erbacce incolte e alberi non potati), si arriva in cima, dove c’è il monumento alla Resistenza.
Qui, a due passi dalle transenne rosse che costeggiano le mura, ecco i servizi igienici. Peccato che dentro non ci sia nulla, se non scatolette di tonno aperte, una marea di birre e mosche e insetti ovunque, con un tanfo di urina incredibile. Un fetore che arriva qualche metro più in là.
Dietro il muretto, c’è una vela: qualcuno l’avrebbe posizionata lì forse per ripararsi dal sole. Lo stesso sole che dovrebbe asciugare i panni stesi alla bell’e meglio sul belvedere. Sul telone che ripara da occhi indiscreti c’è scritto Fse, che è l’acronimo di Fondo sociale europeo. Si tratta – in parole povere – degli aiuti dell’Unione europea per l’integrazione delle persone meno abbienti.
Ecco perché è plausibile che lì viva qualche disperato. «Va trovata una sistemazione alternativa, non è possibile che qualcuno dorma qui dentro, in mezzo alla sporcizia». Non solo: ma quei locali dovrebbero essere adibiti a servizi igienici.
Servizi che non ci sono da anni. Cosa analoga vale per la rete rossa che costeggia la Cittadella: è lì da tantissimo tempo. Un parco, quello del Pincio, spesso visitato dai cinghiali, forse proprio per via della presenza dei residui di cibo. Il Pincio, uno dei principali polmoni verdi della città e che sembra al momento abbandonato a sé stesso. Proprio come chi dorme lì.