ANCONA – Inizio settimana all’insegna di un lieve incremento dei casi positivi sintomatici. Ad evidenziarlo è il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli che in un post su Facebook questa mattina – martedì 2 febbraio – fa il punto della situazione con l’avvio della settimana in zona gialla. «Oggi, per la prima volta dopo tanto tempo, registriamo il dato del primo giorno della settimana (lunedì 1 febbraio, ndr.) che fa notare un incremento rispetto alla precedente – spiega -: più 5 casi sintomatici».
Il bollettino dei casi positivi di questa mattina, che registra 5 casi sintomatici, è infatti riferito alla situazione di ieri, lunedì 1 febbraio, giornata in cui le Marche sono tornate in zona gialla dopo due settimane in fascia arancione. Il governatore, raffrontando il report di oggi del Gores (Gruppo operativo regionale emergenze sanitarie), i cui dati si riferiscono alla giornata di ieri (lunedì 1 febbraio), con quello di 7 giorni fa, rileva che i positivi sintomatici «la scorsa settimana erano 33 e questa 38» e osserva che «la settimana scorsa si era chiusa bene, con meno 20 casi positivi sintomatici sulla precedente».
Un parametro fondamentale, quello dei sintomatici, sul quale viene calcolato, insieme ad altri, l’indice Rt: «Un incremento, quello registrato oggi – evidenzia Acquaroli -, che non deve allarmarci ma che va visto con la massima attenzione». Insomma un appello al senso di responsabilità per evitare di scivolare verso una nuova impennata di casi che poi fa scattare nuove restrizioni e limitazioni.
Intanto c’è preoccupazione per l’effetto sulla trasmissibilità del virus della zona gialla, che coincide con la riapertura dei locali ad una settimana dalla ripresa delle scuole. A sollevare la questione è il primario della Virologia degli Ospedali Riuniti Stefano Menzo. Se da un lato è «troppo presto» per comprendere come inciderà la ripresa delle lezioni in presenza nelle scuole superiori sulla curva pandemica, dall’altro la riapertura delle scuole «si sovrappone a quella dei locali, un elemento di preoccupazione, perché i due fenomeni si sommeranno» dichiara Menzo.
Intanto nelle Marche sono stati trovati nuovi casi di variante inglese, principalmente nell’Anconetano, più rari nell’Ascolano, forse per la presenza di infrastrutture che predispongono ad un maggiore contatto con l’estero, come porto e aeroporto, ipotizza il virologo, spiegando che «la scorsa settimana sono stati 7 i casi rilevati», nel laboratorio di Torrette e «due questa settimana».
Si tratta per lo più di cluster familiari, ma è ancora difficile stimare la diffusione nella popolazione marchigiana, visto che «dobbiamo ancora ricevere i campioni dagli altri laboratori della regione». Nessun caso ad oggi nelle Marche delle temuta variante Brasiliana, né della Sud Africana: «Per fortuna sulle varianti i numeri sono ancora piccoli», ma è fondamentale prestare attenzione e non abbassare la guardia, anche perché come evidenzia il virologo, «ogni settimana troviamo qualche caso di variante inglese».