ANCONA – «Il Super Green pass? Penso che introdurre restrizioni nella fascia arancione solo per i non vaccinati sia inefficace». Lo ha detto il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, parlando con i giornalisti a margine della seduta odierna del Consiglio regionale.
Il governatore ha espresso «perplessità» sulla misura al vaglio del governo e oggetto di un confronto con le Regioni. «Il mio dubbio su questo tipo di scelta» spiega, è legato ai dati sull’andamento della pandemia dell’anno scorso quando «nonostante le restrizioni, pur se in un contesto moto diverso, il virus circolava molto. Non so se questo tipo di misura (il Super Green pass, ndr) possa essere realmente efficace nel bloccare in maniera consistente la circolazione del virus».
Acquaroli nel ricordare che nelle Marche c’è un 15% circa di popolazione che non si è vaccinata, fra cui «circa 200mila persone che non si possono vaccinare», fonda il suo ragionamento evidenziando il fatto che «comunque chi non si è vaccinato, andando al lavoro, a scuola, prendendo i mezzi pubblici e andando nei supermercati o in farmacia, ha comunque un contatto con le altre persone, per cui non so se questa misura sarà sufficiente».
«Se è vero che chi si è vaccinato non deve pagare per chi non si è vaccinato – afferma – è pure vero che a quel punto, se ci prefiguriamo uno scenario del genere, bisogna mettere in campo misure e soluzioni che possano essere efficaci per l’abbassamento della curva pandemica e del contagio, così da arrivare quanto prima ad uscirne tutti insieme».
Sollecitato sull’opportunità, come soluzione, di introdurre l’obbligo vaccinale, Acquaroli ha detto «intanto bisognerebbe essere bravi a comunicare bene» senza informazioni contraddittorie e che «bisognerebbe che ci sia una voce chiara, prudente ed univoca, in maniera tale da riuscire a dare maggiore contezza delle scelte fatte e dialogare con quella fetta di popolazione che non si è vaccinata, con informazioni puntuali e trasparenti, così che possa decidere di aderire alla campagna di vaccinazione, uno strumento che oggettivamente sta facendo la differenza».
Sull’anticipo a 5 mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario della terza dose, Acquaroli ha affermato «è importante» perché consente al cittadino di avere certezza e al sistema di potersi organizzare» e a tal riguardo ha evidenziato che «tantissime persone ieri sera si sono prenotate» magari fissando l’appuntamento dopo qualche tempo, perché magari non avevano ancora maturato i 6 mesi dalla seconda dose.