ANCONA – Ampliare la partecipazione popolare alle scelte politiche rilevanti per la collettività ascoltando direttamente i cittadini tramite lo strumento referendario consultivo.
È l’obiettivo dell’aggiornamento dello statuto regionale varato ieri, 14 novembre, in consiglio regionale. Dalla sanità, alle infrastrutture, ai rifiuti, fino alle fusioni dei comuni e all’amministrazione. Sono solo alcuni dei temi che potranno essere toccati dai referendum. «Andiamo ad aggiungere la possibilità di indire referendum non solo su atti che il consiglio o la giunta regionale producono, ma anche su questioni che hanno una rilevanza sociale e ambientale di qualsiasi tipo per i cittadini – ha commentato soddisfatto il consigliere regionale di Italia Viva Fabio Urbinati, primo firmatario del provvedimento -. Un’opportunità in più per i cittadini e un’azione che si inserisce in un quadro nell’ambito del quale la Regione sta decidendo la localizzazione di alcuni ospedali. Riteniamo che la sanità sia un argomento socialmente rilevante soprattutto per quanto riguarda alcuni territori, al mio in particolare, il piceno, diamo uno strumento utilissimo per i sindaci e i cittadini».
Uno strumento, che come ha spiegato Urbinati, si rivela utile nel risolvere casi di empasse politica in un territorio grazie alla indicazioni importanti fornite dai cittadini. «Proprio in questi giorni – prosegue – stiamo vedendo il ritardo infrastrutturale di questa Regione per diverse ragioni, fra le quali il maltempo e la questione molto preoccupante del sequestro da parte della Magistratura campana di alcuni tratti dell’A14 nel sud delle Marche che sta creando un tappo e non si sa quando si risolverà. Ma se li ci fosse stata la terza corsia non sarebbe accaduto nulla e sarebbe stato tutto gestibile. La terza corsia però all’epoca non passò perché allora non si decise. Il referendum può servire anche per decidere su queste questioni».
Relatore di minoranza il consigliere regionale della Lega Mirco Carloni: «Con questa modifica si allineano le norme per svolgere i referendum regionali visti anche i precedenti. Ci sono stati dei casi in cui la materia referendaria è stata chiamata in causa sia per la fusione tra i comuni di Colli al Metauro che è stata particolarmente dibattuta anche dal punto di vista giuridico oltre che politico che sulla unione di Marotta e di Fano, con Marotta di Mondolfo e con l’annessione al comune di Mondolfo, due vicende che dimostrano che la materia referendaria va migliorata. Questa norma cerca di migliorarla modificando la base che può aver aderito alla richiesta di referendum e inoltre aumenta la platea di argomenti che possono essere oggetto di referendum anche con questioni generali».
Una norma aprirà la strada ad una forma di consultazione popolare molto più vasta ha detto Carloni. In pratica ci saranno «5 consigli comunali che possono rappresentare il quinto della popolazione mentre prima non era stabilito ed era sufficiente che alcune grandi città potessero unirsi per fare un referendum, sovrastando però la volontà dei piccoli comuni». «Non vogliamo che si ripetano annessioni senza tener cnto della ovolontà dei cittadini» ha concluso.