Ancona-Osimo

Agricoltura e fase due, Coldiretti: «Riporterà in alto il valore delle nostre aziende» – VIDEO

Il comparto agricolo sta soffrendo gli effetti negativi del lockdown che con la chiusura delle frontiere e il blocco degli spostamenti sta registrando numerose criticità. Ma, secondo la Presidente Maria Letizia Gardoni, il settore è pronto a ripartire

Maria Letizia Gardoni, presidente Coldiretti Marche (Foto: Coldiretti)

ANCONA –  Blocco delle frontiere, agriturismi chiusi, e animali selvatici che minacciano le coltivazioni. La paralisi del sistema produttivo e il blocco degli spostamenti, imposti per limitare la diffusione del Coronavirus non colpiscono solo imprese e commercio, ma stanno manifestando i loro effetti negativi anche sul mondo dell’agricoltura.

Con la chiusura delle frontiere Coldiretti Marche denuncia il taglio nelle vendite e nella distribuzione dei prodotti vitivinicoli e florovivaistici sui mercati esteri, ma criticità per le imprese agricole si sono verificate anche con limitazioni alla logistica e all’approvvigionamento dei mezzi tecnici.

Un duro colpo lo ha subito il settore florovivaistico che con il blocco delle vendite, «avvenuto nel periodo in cui il settore registra tra il 70 e l’80% del fatturato annuale», come spiega la presidente di Coldiretti Marche, Maria Letizia Gardoni, sconta forti perdite. Crollato l’acquisto di fiori recisi e di fiori in vaso, produzioni tipiche della primavera, ma ad essere paralizzate sono state anche le vendite e l’export di alberature e cespugli.

«Critica anche la situazione degli agriturismi» osserva la Gardoni, costretti alla chiusura e per i quali non c’è ancora una prospettiva su quando potranno riaprire i battenti all’accoglienza e alla ristorazione, ma «siamo convinti del fatto che saranno la prossima frontiera del turismo e sarebbe bene che su questa convinzione si iniziasse ad investire da subito, ma serve anche una condivisione regionale», osserva la presidente di Coldiretti Marche. Un turismo green e sostenibile che nelle Marche ha rappresentato una roccaforte contro l’abbandono dell’entroterra nel post sisma, con un 20% delle attività situato in area montana.

Se da un lato la consegna a domicilio di carne, salumi, olio, vino, miele, legumi, ortofrutta, pasta e cereali ha rappresentato «una opportunità che in parte ha alleviato le conseguenze della pandemia» per gli agricoltori di Campagna Amica, dall’altro non è sufficiente e «serve subito liquidità», come evidenzia la presidente Coldiretti «per sanare i bilanci delle aziende».

A creare problemi è anche la fauna selvatica che «si spinge sempre di più nei centri urbani e agisce nei terreni, ma se dobbiamo garantire la sopravvivenza alimentare non possiamo non poter raccogliere i frutti del nostro lavoro – osserva la Gardoni -, servono misure di contenimento». Con gli Ambiti territoriali di caccia chiusi, cinghiali e altre specie selvatiche minacciano i raccolti con il rischio per gli agricoltori di vedere i loro sforzi distrutti.

Insomma un periodo molto complesso per il mondo dell’agricoltura, nel quale Coldiretti Marche si è fortemente attivata per sostenere il settore: «Abbiamo costruito un percorso di dialogo intenso con il governo regionale e con tutte le istituzioni che in questa fase devono rappresentare un punto di riferimento per una possibile ripresa economica – spiega la Gardoni – , costruendo misure a sostegno trasversale e settoriale che possano aiutare il tessuto imprenditoriale in questa fase molto complessa e delicata».

Campagna Amica

Ma Coldiretti ha «investito nella vendita a domicilio dei prodotti agricoli delle nostre aziende territoriali, una opportunità che è stata estesa con la modifica di una legge regionale fortemente voluta dalla nostra organizzazione estesa anche agli agriturismi che in questo modo possono continuare a mantenere aperte e operative le proprie cucine. Abbiamo costruito una rete di circa 80 produttori – prosegue -, più in aggiunta gli agriturismi che hanno deciso di aderire a questa opportunità per permettere alle persone di continuare a restare a casa e alle nostre aziende agricole di continuare una operatività».

Non una soluzione per sanare i bilanci delle aziende agricole, ma «è sicuramente un servizio, una opportunità economica che sta dando soddisfazione e che probabilmente ci accompagnerà ancora nelle prossime settimane – spiega la presidente Coldiretti Marche – finché non si avrà una visione molto più chiara di quello che dovrà essere il nostro comportamento come cittadini e come imprenditori che ci porterà verso la realizzazione della fase due».

Una fase due che per Coldiretti rappresenterà «un possibile ritorno ad una operatività delle nostre strutture. Una fase in cui le nostre aziende agricole potranno tornare a fare ristorazione, accoglienza turistica e fornire servizi terzi alla persona, come educazione, didattica e attività sociali». Insomma per la Gardoni sarà «una fase importante che riporterà in alto il valore delle nostre aziende agricole che con gli spazi aperti e con la possibilità di mettere in condivisione cibo salubre e di qualità, sicuramente aiuteranno le persone a riacquisire fiducia non solo verso il mondo esterno, ma permetterà alle persone di ritornare a costruire delle relazioni sociali».

«Il comparto agricolo avrà sicuramente un ruolo determinante in questo – prosegue – e lavoreremo al meglio affinché questa fase possa aiutare tutti e la ripresa economica del nostro tessuto imprenditoriale e la ripresa di fiducia da parte dei cittadini».