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Pandemia Marche, Caroli (Gores): «Netta diminuzione ricoveri rispetto a un anno fa. Lockdown per non vaccinati? È corretto»

Il capo del Gores analizza la situazione nelle Marche raffrontando il dato dell'occupazione ospedaliera del 7 novembre con quello di un anno fa. Interviene inoltre sulla misura dei contenimento adottata in Austria

Mario Caroli, Gores

ANCONA – «Chi non ha il vaccino, non solo mette a rischio la sua vita ma anche quella degli altri. Per cui trovo il provvedimento assolutamente corretto». Mario Caroli, capo del Gores (Gruppo Operativo Regionale Emergenze Sanitarie), commenta così l’entrata in vigore in Austria del lockdown per i non vaccinati.

Nel paese europeo da oggi – 8 novembre – chi non si è vaccinato contro il Covid non potrà andare al ristorante, dal parrucchiere, partecipare a eventi sportivi e usare gli impianti di risalita, così come non potrà recarsi negli hotel, mentre potrà recarsi al lavoro con tampone negativo. Una misura, quella del governo austriaco, introdotta per limitare la diffusione del virus, che sta interessando un po’ tutti i paesi dell’Unione, inclusa l’Italia. E anche nelle Marche nell’ultimo periodo si è registrato un incremento importante dei positivi.

«Ci aspettavamo l’aumento dei casi con la stagione fredda», spiega Caroli: nella nostra regione nelle ultime settimane l’incidenza settimanale dei casi positivi al Covid su 100 mila abitanti ha subito una impennata, oltrepassando in pochi giorni la soglia critica di 50. Anche i ricoveri nelle terapie intensive hanno segnato una crescita importante, tanto da raggiungere la soglia critica del 10% (contro il 4% dato medio nazionale), che è uno dei parametri che fanno scattare la classificazione in zona gialla.

Ricordiamo infatti che una regione per essere collocata in questa fascia di rischio, deve vedere lo sforamento del 10% di occupazione in terapia intensiva, del 15% in area medica e una incidenza superiore ai 50 casi settimanali su 100 mila abitanti. Insomma le Marche si salvano solo per i posti letto in area medica.

Caroli nella sua analisi, fa notare che alla data del 7 novembre di quest’anno erano 83 le persone complessivamente ricoverate negli ospedali delle Marche «la stragrande maggioranza sono pazienti non vaccinati» mentre la restante quota di vaccinati ricoverati «sono anziati con comorbilità»: con l’infezione da Covid, «così come avviene con l’influenza stagionale» questi pazienti «si scompensano e necessitano di ricovero».

In ogni caso, evidenzia, «la differenza rispetto al 7 novembre del 2020» esattamente un anno fa «è che c’è una netta diminuzione del numero dei pazienti ricoverati. Nel 2020 – aggiunge – avevamo 612 pazienti ricoverati nelle nostre strutture sanitarie, mentre il 7 novembre 2021 ne abbiamo un totale di 83». Una differenza importante sul fronte dell’occupazione ospedaliera, per la quale «il vaccino è un elemento fondamentale nel contrasto al Coronavirus. Dobbiamo assolutamente proseguire su questa linea – aggiunge – . Bisogna far sì che chi, per una serie di motivi, non si è voluto vaccinare, faccia la prima dose, così come chi deve sottoporsi alla seconda lo faccia, e chi deve fare la la terza dose inizi».

Secondo Caroli, la campagna vaccinale «è la via maestra» anche per evitare il prodursi di varianti del virus e in questa fase dovrebbe concentrarsi anche sulla fascia più giovane della popolazione «perché il virus sta cercando di sopravvivere, e si sta rivolgendo a quella fascia di popolazione che non ha ancora ricevuto una copertura vaccinale». «Fortunatamente – osserva – la popolazione giovane non sviluppa sintomi significativi che portano alla ospedalizzazione, ma può trasmettere il virus all’interno della famiglia, infettando quindi  genitori e nonni che hanno una dose di immunoglobuline che con il trascorrere dei mesi è andata naturalmente diminuendo».

Sullo Stato di Emergenza il capo del Gores si esprime auspicandone la proroga che ritiene «necessaria, perché altrimenti si vanificherebbe tutto il lavoro fatto finora». «Fine marzo può essere un tempo congruo – aggiunge, riferendosi alla tempistica della possibile estensione – poi bisognerà vedere cosa accade verso febbraio, perché questo virus ci ha insegnato che è molto imprevedibile, occorre dunque valutare la situazione passo dopo passo».

Caroli si dice favorevole anche alla proroga del Green pass, uno strumento che ha consentito «di convincere una fetta importante della popolazione sulla necessità di essere controllata, o con la vaccinazione, o con il tampone, e questo ha aiutato molto nel ridurre la diffusione del virus. MI auguro che il Green pass possa essere, anche questo, prorogato».