ANCONA- Il futuro dell’economia e delle imprese del porto di Ancona è stato ieri al centro di una tavola rotonda, organizzata dalla Cna di Ancona, presso la sala Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Centrale.
Obiettivo mettere a confronto cantieri navali, imprenditoria, politica e pubblica amministrazione sul futuro dell’impresa principale della città. Una realtà, quella della cantieristica per la produzione di yacht e megayacht, che sta attraversando un momento molto prolifico segnato da una impennata negli ordinativi.
All’incontro hanno preso parte Rodolfo Giampieri Presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Centrale, Ida Simonella Assessore al Porto Comune di Ancona, Mario Mainero Presidente Nazionale Cna Nautica, Marzio Sorrentino Responsabile Area Sindacale Cna Ancona e rappresentanti del CRN e del Cantiere delle Marche, imprenditori e operatori economici dell’area portuale.
Un lavoro di approfondimento sull’economia portuale che la Cna di Ancona ha avviato lo scorso 28 febbraio, con l’obiettivo di mettere in relazione i cantieri navali con le aziende cittadine, per avviare collaborazioni produttive. Impiantistica, carpenteria e tappezzeria, i settori maggiormente interessati nella realizzazione di vere e proprie abitazioni di lusso galleggianti.
Nell’ambito di questa azione la Cna di Ancona ha avviato una indagine per monitorare i livelli di produttività dei cantieri maggiori e delle imprese subfornitrici o potenzialmente tali. Un lavoro partito con l’incontro di oggi e che prevederà, come ha spiegato Lucia Trenta, Responsabile Unione Produzione, Internazionalizzazione e Innovazione della Cna di Ancona, una indagine attraverso un questionario per individuare quelle aziende utili alle produzioni di cantiere, nell’ambito della carpenteria meccanica, dell’impiantistica e del legno per gli allestimenti interni su misura. Una delle soluzioni individuate è quella di riconvertire le imprese: «La nautica sta tirando c’è molto lavoro – ha precisato Lucia Trenta – e c’è la richiesta di imprese che lavorino sul territorio. Stiamo valutando la possibilità di riconvertire parte delle forniture aziendali che lavoravano nei settori attualmente in crisi» nella fornitura nautica.
Un evento molto partecipato dalle imprese cantieristiche, dalle aziende artigiane e dalla politica, che ha parlato di una realtà spesso in sordina, ma che rappresenta una grande ricchezza per la città. Con il progetto #anconafutura, Cna si pone l’obiettivo di creare una rete. «In tale occasione – ha ricordato Marzio Sorrentino – avevamo annunciato che avremmo indagato l’esistente per tracciare linee guida per le politiche territoriali del futuro con un’attenzione particolare su quattro aree: Porto, Baraccola, Piano-Palombare, Centro storico. Partiamo dunque con l’area portuale e, più in particolare ancora, con l’impresa che ruota attorno al porto, compreso tutto il vasto indotto».
Il porto di Ancona è divenuto snodo importante in ambito internazionale per la cantieristica nautica, come ha spiegato Sorrentino, «Perché aziende importanti come Fincantieri e Ferretti hanno deciso di investire risorse importanti. Un’opportunità per l’economia del territorio e per le maestranze che possono essere coinvolte». Altro tema caldo quello dello sviluppo turistico dello scalo dorico: «Ci muoveremo anche su quello con MSC crociere. Ci aspettiamo un flusso turistico importante, ma il territorio deve essere pronto ad accogliere».
«Oggi sistema di autorità portuale è fulcro di un sistema portuale che dà lavoro a 6011 persone e questo ci riempie di orgoglio e soddisfazione», ha dichiarato Rodolfo Giampieri, Presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Centrale. Una grande espansione quella del porto dorico, che come spiega Giampieri è stata resa possibile grazie al lavoro degli imprenditori e che conta 3600 occupati nella cantieristica navale. In progetto un accordo strategico con il porto di Civitavecchia per la realizzazione di un corridoio del Centro Italia, che vedrà protagonista il porto dorico insieme a quello di Ortona, nell’ambito dei collegamenti con Spagna, Grecia e Turchia. Uno scenario che punta a dare un ruolo di primo piano ad Ancona. Un altro fronte sul quale Giampieri si sta impegnando è quello dei lavori di adeguamento del bacino chiesti da Fincantieri per raddoppiare la capacità produttiva, «Un investimento di 80 milioni di euro sul quale Fincantieri ha deliberato 40 milioni di euro», mentre la parte restante verrà chiesta allo Stato.
Una realtà vasta, quella dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, che gestisce 6 porti da Pesaro a Ortona, comprendendo il territorio di due regioni, Marche e Abruzzo, con 3 città capoluogo e due direzioni marittime. Un totale di 215 chilometri di costa che nel 2017 hanno visto il movimento di 9 milioni di tonnellate di merci e 1.100.000 passeggeri.
Organizzare il mare lavorativo è l’esigenza individuata da Mario Mainero, Presidente Nazionale Cna Nautica: «Abbiamo promosso questo incontro stimolato dal presidente Rodolfo Giampieri, che ha pensato bene di coinvolgere le attività produttive e noi facciamo parte della grande famiglia della sub fornitura nautica, una realtà importante, per questo chiediamo di essere coinvolti nella costruzione dell’area portuale e della portualità marchigiana».
Il fu
turo di Ancona «Passerà dal Porto». Di questo ne è convinto il Presidente della Cna Ancona Maurizio Paradisi, che vede nel tavolo di confronto un’opportunità utile per le imprese artigiane del territorio di poter beneficiare dello sviluppo economico registrato dallo scalo dorico nell’ultimo periodo. Uno sviluppo che, come spiega «Darà impulso alla città di Ancona e a tutta la provincia. Nella nautica abbiamo eccellenze di livello mondiale e all’interno di questi cantieri si respira la vera artigianalità del “saper fare”. Una grande qualità, che fa sicuramente la differenza».
Nel 2017 la nautica ha registrato un +20% nella produzione mondiale. L’Italia detiene una fetta pari al 10% di questa produzione e si è confermata seconda dopo gli Stati Uniti che hanno il 47% di questo mercato. «La produzione italiana di yacht e mega yacht è ai vertici del mercato mondiale – ha spiegato Marzio Sorrentino – un mercato che negli anni è andato incontro ad una ristrutturazione anche nelle Marche, dove fino al 2008 c’era stata una grande crescita seguita successivamente da un calo produttivo. Oggi si registra una forte espansione che interesserà in prospettiva anche gli anni futuri».
Il porto per Ancona è l’asset produttivo principale della città e in questi anni abbiamo fatto di tutto perché il legame tra porto e città fosse fortissimo- ha spiegato Ida Simonella Assessore al Porto Comune di Ancona – sia negli aspetti più comunitari e cittadini, sia negli aspetti più produttivi, tutto ciò che potesse facilitare lo sviluppo, l’impresa e anche le attività del porto, noi le abbiamo sostenute, a partire dal sostegno all’autonomia dell’Autorità di Sistema Portuale».
Avere una cantieristica forte è un lusso, come ha spiegato l’assessore, «Perché significa lavoro per la città», così come la «presenza capillare di imprese terziste, che sanno fare domotica, innovazione, servizi di comunicazione e falegnameria. Una professionalità diffusa di un territorio, che rappresenta un patrimonio di eccellenze». L’assessore ha poi ricordato la questione del Lungomare nord: «Abbiamo già il progetto preliminare presentato da RFI (Rete Ferroviaria Italiana) che sta andando a progettazione definitiva, quindi cominceremo subito i lavori e questo darà un ulteriore lancio a Marina Dorica».
Corale l’appello delle imprese cantieristiche per la realizzazione di infrastrutture, prima fra tutte Fincantieri, la più grande realtà del porto dorico che ad Ancona produce solo navi da crociera di lusso. Un’azienda che è parte integrante della storia della città e che dopo aver superato la crisi è divenuta una multinazionale quotata in borsa, che conta su un portafoglio di ordini importante di compratori stranieri, ma alla quale i limiti strutturali del cantiere impongono la produzione di sole taglie piccole. «Il mercato del futuro chiederà navi da crociera da 100 tonnellate – ha precisato Fabio Marcaccio controller di Fincantieri – per questo serviranno lavori strutturali per permettere ad Ancona di continuare a lavorare anche al termine di questi ordini. Grazie allo sforzo e alla testardaggine del management abbiamo resistito alla crisi e ci siamo riorganizzati. Ora però abbiamo un problema di crescita infrastrutturale. Attualmente impieghiamo 550 dipendenti ma abbiamo più di 2000 persone che lavorano tramite le ditte in appalto, iniziando a produrre le 100 tonnellate arriveremmo a creare occupazione per 3500 persone. Una grossa opportunità che richiede una risposta organizzata sia sotto il profilo degli imprenditori, ma anche infrastrutturale».
Necessità di infrastrutture confermata anche da Bruno Piantini, Direttore Generale del Cantiere delle Marche, che dà lavoro a oltre 200 persone. Un’impresa che ha una previsione di crescita nei prossimi tre anni del 50% sulla base di contratti già firmati e una produzione di 5 imbarcazioni all’attivo. «Abbiamo in programma di espandere ulteriormente le infrastrutture del cantiere», ha spiegato, anche se per la fornitura l’impresa è costretta a rivolgersi ad aziende esterne, non trovandone sul territorio. «Cerchiamo dove possibile di collaborare con imprese del territorio, ma oggi questa crescita è difficilissima da sostenere attingendo al bacino locale. Serve uno sforo da parte dell’industria locale nel credere in questo percorso di crescita dei cantieri, per trovare le persone sul territorio. C’è un buco nella capacità di produzione del tessuto artigianale locale, ma c’è lo spazio per crescere su programmi certi».
Difficoltà sottolineate anche da Giovanni Berra, responsabile acquisti di Ferretti Group, un brand in forte crescita che ha chiuso il 2017 con oltre 600milioni di euro di produzione e che ad Ancona sta realizzando 5 imbarcazioni: «Una parte del lavoro viene riversata fuori regione, ma sarebbe invece per noi molto più facile avere manovalanza e fornitori a km0».