ANCONA – Dopo aver sfiorato per un soffio la prestigiosa onorificenza in due diverse occasioni, Andrea Lardini è stato nominato Cavaliere del Lavoro dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Presidente e amministratore unico dell’omonimo gruppo filottranese della moda, fondato nel 1978 e divenuto negli anni punto di riferimento internazionale del fashion, ed emblema di quella artigianalità marchigiana che poggia le sue fondamenta sull’operosità, sulla creatività e sulla qualità, Lardini ricorda le 44 candeline spente dall’impresa che ha tirato su insieme ai fratelli.
«Eravamo ragazzi quando abbiamo iniziato a lavorare nella bottega artigiana con i miei fratelli Luigi, Lorena e Annarita, con il sostegno di nostro padre, una sfida impegnativa – ricorda – ma fin da subito abbiamo puntato tutto sulla qualità e sulla grande attenzione ai particolari, ai dettagli». Una strategia che ha pagato, dando subito i suoi frutti, perché dopo gli incarichi per Genny e Lacroix è stata una escalation costante e continua, tanto che oggi il gruppo, tra azienda madre e imprese satelliti, da lavoro a più di mille persone. Dal cuore delle Marche, Lardini si è proiettata nel mondo dove è arrivata ad avere diverse boutique.
Oltre alla qualità c’è un altro “segreto” dietro questo successo? «La comunicazione per noi è fondamentale, è importantissimo far sapere alle persone cosa significa “fare bene”. In un mondo dove i diritti sembrano a volte surclassare i doveri, ci piace sottolineare che la cultura del fare bene è legata all’impegno, all’operosità, il dovere è ancora importante».
Accanto a questo, Lardini, sottolinea il valore della squadra, quella che consente all’impresa di raggiungere le vette più elevate e ambiziose di crescita, e l’importanza delle giovani generazioni per l’innovazione. «Crediamo moltissimo nell’importanza della formazione: solo l’anno scorso abbiamo promosso corsi di perfezionamento per i nostri dipendenti. L’alta moda, la sartorialità, si nutrono anche di tecnologia e tecnica, ma centrali sono le cosiddette risorse umane, i nostri dipendenti, sono loro a fare la differenza, sono vitali».
E in tal senso «i giovani sono una risorsa indispensabile in termini di creatività e di soluzioni innovative, ma per consentire loro di esprimere al meglio i propri talenti vanno formati e le nostre nuove leve sono contente di questa opportunità, sono interessate a crescere in azienda». Lardini negli anni ha ricoperto importanti ruoli in Confindustria ed è membro permanente della Giunta del Sistema Moda Italia, dal 2011 è anche membro del Comitato al Pitti di Firenze e dal 2014 al 2016 del Cda di Pitti Immagine.
«La squadra è fondamentale per crescere – aggiunge – : alcuni imprenditori delle nostre zone sono ancora troppo accentratori: anche se siamo una impresa che ha mosso i suoi primi passi in “famiglia”, abbiamo compreso fin da subito che la forza di una azienda è quella di puntare sui propri dipendenti, per consentire all’impresa di svilupparsi, perché se non si valorizzano i collaboratori non può esserci crescita. I dipendenti sono la nostra vera forza e i giovani la nostra scommessa sul futuro».
Si parla tanto di innovazione, ma in una regione come le Marche, ricca di piccole e medie ma anche micro imprese, non è sempre facile centrare l’obiettivo…«Le Marche manifatturiere non sono la Silicon Valley, ma grazie alle filiere si può crescere. L’individualismo non porta da nessuna parte, è necessario fare squadra tra imprese marchigiane, perché solo insieme si può vincere ed essere più competitivi».