Ancona-Osimo

Antenna di Collemarino, il sindaco Mancinelli: «La Wind deve rimuoverla»

Il Tar delle Marche ha respinto il ricorso della Wind S.p.A. contro il provvedimento del Comune di Ancona che revocava la concessione d’uso dell’antenna installata nell’area della rotatoria tra via Flaminia e via Da Vinci

Antenna di Collemarino

ANCONA- «La Wind deve rimuovere l’antenna dalla rotatoria di Collemarino entro 30 giorni». Parola del sindaco Valeria Mancinelli che fa il punto della situazione prima dell’assemblea pubblica con gli abitanti del quartiere in programma nel pomeriggio al circolo “Il Gabbiano”. Il Tar delle Marche ha respinto il ricorso della Wind S.p.A. contro il provvedimento del Comune di Ancona che revocava la concessione d’uso dell’antenna installata nell’area della rotatoria tra via Flaminia e via Da Vinci. Lo scorso settembre, il Comune aveva avviato il procedimento di decadenza della concessione d’uso nell’area della rotatoria per alcune difformità tra le opere realizzate e quelle previste dal progetto: il gestore di telefonia ha infatti realizzato un plinto di fondazione di 20mq mentre la convenzione prevedeva un’area di 10mq.

I FATTI- Fu l’amministrazione Gramillano ad autorizzare nel 2012 la Wind ad installare l’antenna a Collemarino, in un’area di proprietà del Comune. Ciò scatenò malumori tra i residenti del quartiere e provocò uno strappo con il Comune che da allora non è ancora stato ricucito. «Pochi mesi dopo esserci insediati abbiamo convocato un’assemblea e ci siamo presi degli impegni nei confronti degli abitanti. Il primo, di fare il massimo per esplorare tutte le vie sul piano giuridico-amministrativo per provare ad eliminare le autorizzazioni date. Il secondo, di monitorare la situazione per garantire ai cittadini la non pericolosità dell’emissione delle onde elettromagnetiche» spiega la Mancinelli.

Il primo provvedimento di natura tecnica messo in campo dall’amministrazione Mancinelli non è andato a buon fine. Il secondo provvedimento inerente l’utilizzo del suolo permette invece al Comune di guadagnare una vittoria. «Lo scorso anno durante l’assemblea con i residenti di Collemarino avevamo annunciato un secondo tentativo.  Solo quando la Wind ha presentato il progetto al Genio Civile, l’Ufficio Tecnico del Comune ha potuto constatare che le fondazioni sottoterra avevano occupato  il doppio dello spazio autorizzato in superficie: hanno occupato 20 mq mentre l’area pubblica concessa è di 10 mq. La Wind ha compiuto un illecito ed ha espressamente violato una condizione della convenzione che regolava l’uso dell’area» riferisce il primo cittadino.

PROSSIME AZIONI- E ora che cosa succederà? «Noi daremo esecuzione al provvedimento fatto un anno fa: la Wind deve ottemperare all’ordine di rimozione dell’antenna entro 30 giorni. Se non lo farà, trascorso il mese di tempo, il Comune procederà d’ufficio, cioè si occuperà di far rimuovere l’antenna a una ditta specializzata e le spese saranno a carico della Wind- rassicura la Mancinelli-.  Probabilmente la Wind farà appello al Consiglio di Stato. Se così sarà, faremo valere le buone ragioni che il Tar ci ha riconosciuto in primo grado- rassicura la Mancinelli-. Il ricorso in appello non sospende l’efficacia della sentenza di primo grado ma la Wind potrebbe richiedere la sospensiva al Consiglio di Stato. In questo caso, bisognerà aspettare per far valere il nostro provvedimento».

Se i tempi per la rimozione dovessero allungarsi, l’Amministrazione Mancinelli ha pronto il piano B. «L’Arpam, per mancanza di organico, oltre ai controlli ordinari sulle emissioni elettromagnetiche non può farne altri aggiuntivi. Per questo metteremo risorse a disposizione del comitato di cittadini di Collemarino, affinché le verifiche vengano effettuate da tecnici di loro fiducia. In questo modo avremo una frequenza maggiore di controlli- annuncia la Mancinelli-. Dai controlli ordinari dell’Arpam non emergono criticità: le emissioni sono di gran lunga al di sotto dei limiti di sicurezza previsti dalla legge, sono inferiori di 1/3».

Il sindaco Valeria Mancinelli

Sindaco e amministrazione provano quindi a ricucire lo strappo con gli abitanti di Collemarino, una lesione costata cara alle elezioni politiche del 4 marzo dove, nel quartiere ha trionfato il Movimento 5 Stelle. «Sono impegni presi un anno e mezzo fa, prima dei risultati delle politiche. Non è stato un correre ai ripari dopo i risultati elettorali, sono stati provvedimenti presi prima- commenta il primo cittadino-. La precedente amministrazione aveva dato autorizzazione ad installare l’antenna su un’area comunale senza ragionare con i residenti. Ciò ha creato una ferita profonda che è bene provare a ricucire. Oggi, questo risultato può contribuire a riconquistare la credibilità non solo nei nostri confronti ma nei confronti delle istituzioni».

La Mancinelli lancia poi una provocazione agli altri candidati sindaco: «Sentiamo che cosa propongono per questo tema così delicato. Se il piano delle antenne fosse condiviso sarebbe meglio per la città». Gli avversari non ha perso tempo a dire la loro sulla questione.

«Basta con la demagogia e con l’uso politico delle questioni da parte del Comune. L’atteggiamento del Sindaco Mancinelli è assurdo: dopo aver autorizzato con specifico atto l’installazione dell’antenna Wind a Collemarino, dopo aver sottoscritto il contratto per la concessione onerosa dell’area, dopo essersi accorta di aver oltraggiato la sensibilità ambientale di un popoloso quartiere (e dopo aver perso clamorosamente l’elettorato del popoloso quartiere), ha annullato tutte le attività dei suoi uffici. Il motivo del pretestuoso annullamento nulla ha a che vedere con l’inquinamento elettromagnetico, la verità è che il ricorso si basa sul fatto che una porzione di un plinto sia al di fuori dell’area data in concessione. Si continua quindi con l’idea di prendere in giro i cittadini facendo della pura demagogia!- dichiara Stefano Tombolini, candidato sindaco del centrodestra e delle liste civiche-. Non basta infatti annullare una concessione poiché l’opera strategica, qual è l’impianto di telecomunicazione, è prevista dal piano delle antenne approvato e pubblicato nel sito comunale, che prevede in quell’area un’espansione impiantistica. Dunque la questione è limitata al periodo elettorale, alle amministrative del prossimo 10 giugno, dopodiché gli aventi titolo potranno ripristinare l’impianto adeguando le fondazioni alle previsioni dell’atto di concessione. Con la mia coalizione a Palazzo del Popolo, faremo controllare costantemente i livelli di inquinamento elettromagnetico anche perché si tratta di un preciso dovere verso la comunità di Collemarino, in particolare dei piccoli del nido, dei bimbi della materna e dei ragazzi delle elementari che si trovano nel raggio di poche centinaia di metri dall’’antenna. E poi metteremo seriamente mano al piano delle antenne proprio perché fatti del genere non abbiano più a ripetersi».

«Il Comune ha vinto? No hanno vinto i cittadini che hanno lottato contro l’obbrobrio deciso altrove. Ancona è terra di nessuno; tant’è che la Wind ha fatto e (forse) “disfarà”, perché i cittadini, e non il Comune, si sono messi di traverso contro l’antenna piazzata in “bella” mostra sulla rotatoria- sostiene Daniela Diomedi, consigliera comunale del M5S-. Il Comune ha “vinto” perché si è aggrappato all’unico appiglio concreto ovvero il sovradimensionamento della base su cui l’antennona è stata alzata.  Il Comune, infatti, si è accorto che era stato “fregato”, ovvero che la WIND aveva occupato 20.25 mq invece che i 10.40 concessi. Se i cittadini di Collemarino non avessero fatto “scalmazzo” certamente  nessuno avrebbe trovato nulla da dire e la Compagnia telefonica avrebbe lucrato sul la metà del canone calcolato su 10 mq e non su 20 mq. Viene da chiedersi: ma chi in Comune controlla che quanto viene realizzato sia conforme a quanto concesso? Ci volevano i cittadini di Collemarino perché l’amministrazione si riprendesse dalla distrazione? Evidentemente, e i fatti ci danno ragione, sì. Nella sentenza è stabilito che questa infrazione comporta la decadenza dalla concessione; tutte le altre richieste del Comune, i ritardi nel pagamento del canone, l’incorporazione della società  cui è stata rilasciata la prima concessione in un’altra sono state respinte. Tant’è che le spese del giudizio sono state compensate. Adesso aspettiamo la rimozione; salvo ricorso e richiesta di sospensione. Poi festeggiamo!».