Ancona-Osimo

Antonio Centomani, ecco l’eroe che ha preso al volo la ragazzina che voleva suicidarsi

Con una mossa di judo, il quarantenne è riuscito ad afferrare la giovane tunisina che si era buttata da un palazzo nel quartiere di Brecce Bianche ad Ancona. Una tragedia scongiurata grazie alla prontezza e alla grande umanità

Antonio Centomani
Antonio Centomani

ANCONA- «Non farti vedere e prendila. Non farti vedere e prendila». In quei drammatici ma preziosissimi istanti è l’unico pensiero che passa incessantemente nella mente di Antonio Centomani, l’operaio 40enne che ha salvato una ragazzina dal suicidio. Venerdì 7 settembre una diciassettenne tunisina si è buttata dalla balaustra di un palazzo a Brecce Bianche. Con una mossa di judo, Centomani è riuscito a prenderla al volo. Una tragedia scongiurata grazie alla prontezza e alla grande umanità di Antonio. Generoso e umile, ha incontrato il sindaco Mancinelli e riceverà la civica benemerenza. Originario di Napoli, si è trasferito nelle Marche 25 anni fa. Vive ad Ancona con la moglie Chiara e i loro due figli, una bambina di 5 anni e un bambino di un anno.

Signor Centomani può raccontarci che cosa è successo una settimana fa? «Venerdì sera sono andato a dormire presto, intono alle 21, perché il giorno seguente mi aspettava una giornata al circuito di Misano, un regalo di mia moglie. Intorno alle 21.30 ho iniziato a sentire dei pianti. Inizialmente non gli ho dato peso, pensavo fossero dei bambini che facevano i capricci. Poi invece ho sentito: “Dai non lo fare” e dei pianti strazianti. Mi sono allarmato. Lentamente ho aperto la tapparella e ho visto una ragazza in procinto di buttarsi da una balaustra. Ho avvisato mia moglie e sono sceso di corsa. Ho costeggiato le siepi muovendomi nell’ombra per non farmi vedere ed essere veloce. Ad un certo punto la ragazzina mi ha visto. Mi sono avvicinato e ho cominciato ad interagire con lei dicendole di non buttarsi. Davanti il palazzo c’era già una ragazzina di 13 anni che provava a farla ragionare. È stata all’altezza della situazione. Quando sono arrivato sotto la balaustra la giovane ha detto alcune parole in arabo e si è lasciata andare buttandosi di schiena da circa cinque metri di altezza. Io ho fatto 12 anni judo e di istinto ho messo le braccia sotto le sue ascelle e sono riuscito a metterla sul mio petto. Siamo caduti insieme. Mia moglie Chiara ha assistito alla scena dalla finestra. Ha chiamato il 118 ed è corsa a prestare soccorso, lei è medico al Salesi. La ragazza era svenuta ma una volta sentito che battiti e respiro erano regolari ci siamo rasserenati».

Dopo il salvataggio come si è sentito?
«Avevo l’adrenalina a mille. L’impatto è stato molto forte, ho avuto per giorni i muscoli indolenziti».

Che cosa l’ha spinta ad intervenire?
«Ho agito d’istinto… Sono un padre di famiglia. Non ho programmato nulla, mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto».

La voce riguardo al suo gesto si è sparsa velocemente…
«Ho avuto il cellulare pieno di messaggi di congratulazioni. Sono molto contento di essere riuscito ad evitare la tragedia, è stato un grande gesto ma io sono un operaio, sono una persona normale. Ho fatto il mio dovere da ex sportivo. Penso che lo avrebbe fatto chiunque».

Antonio Centomani incontra il sindaco Mancinelli insieme alla sua famiglia (Foto: Comune di Ancona)
Antonio Centomani incontra il sindaco Mancinelli insieme alla sua famiglia
(Foto: Comune di Ancona)

Ha ricevuto i complimenti anche dal sindaco Valeria Mancinelli.
«Sì, il giorno dopo il sindaco mi ha chiamato per farmi i complimenti e per dirmi che aveva piacere di incontrarmi. Mi ha ricevuto con la mia famiglia mercoledì. Non capita certo tutti i giorni di incontrare il sindaco e di parlarci. Mi ha consegnato la pergamena agli onori e il 4 maggio riceverò la civica benemerenza».

Ha più visto la ragazzina?
«Sono andato a trovarla dopo l’accaduto e anche mercoledì sera. Ci siamo abbracciati».

Quella notte è riuscito a dormire?
«Sono sincero… Anche questa notte mi sono svegliato alle tre perché rivivo continuamente la scena. Quei millesimi di secondo in cui ho pensato: “non farti vedere e prendila”».

Mi tolga una curiosità, ma alla fine c’è andato a Misano?
«Certamente. Era un regalo di mia moglie prenotato per quella giornata. Quando sono entrato nel circuito distribuivano dei grattini e in palio c’era un ingresso per vedere le moto sulla pit lane. Ebbene, tra tutte le persone presenti ho vinto».