ANCONA – La Giunta ha approvato in via d’urgenza la variazione di bilancio che consente di stanziare un milione di euro in questa fase di emergenza sanitaria, in favore delle famiglie e delle imprese. «Lo aveva già annunciato il Sindaco Valeria Mancinelli – spiega l’assessore al Bilancio Ida Simonella – e in questi giorni abbiamo lavorato per recuperare dal bilancio le somme necessarie. Le modalità concrete di erogazione del fondo sono inoltre il frutto di scelte costruite insieme a tutti i consiglieri di maggioranza».
Nel dettaglio, 490mila euro saranno destinati al settore delle imprese, altri 490mila alle famiglie in difficoltà e 20mila saranno invece finalizzati all’assunzione di steward per il controllo delle aree mercatali all’aperto. In particolare, per le imprese è previsto un contributo a fondo perduto di 500 euro per ogni impresa appartenente ai settori (codici Ateco) indicati nel decreto ristori di ottobre. Tra questi: ristoranti, bar, b&b, alberghi, taxi, cinema, teatri, attività culturali, palestre ecc. Come verrà erogato? Come credito sulla Tari che andrà a compensare ciò che è dovuto. Per coloro che avessero già versato la quota 2020, tale somma sarà utilizzata come credito per il prossimo anno. Non è necessario presentare alcuna domanda, l’operazione avviene automaticamente attraverso Ancona Entrate.
Per quanto riguarda le famiglie, è stato quadruplicato il fondo che attualmente il Comune destina ai nuclei familiari in difficoltà attraverso i servizi sociali; alla somma già preesistente sono stati aggiunti altri 490mila euro. «Il fondo interviene nelle situazioni familiari più disagiate – continua la Simonella – e purtroppo, in questo periodo, queste sono notevolmente aumentate. La scelta di stare accanto ai più fragili è stata prioritaria. Siamo consapevoli che i bisogni complessivi sono molti di più, ma occorre darsi un metodo: fare tutto ciò che può essere fatto e progressivamente recuperare quanto possibile dal bilancio per operazioni straordinarie come questa. Ponendosi costantemente il tema di stare dalla parte di chi è più colpito, non solo dal punto di vista sanitario».