ANCONA- Nel giorno dell’ultimo consiglio comunale ordinario (ci sarà ancora una seduta sul bilancio), passa il regolamento sul gioco d’azzardo patologico con 20 voti favorevoli. Le opposizioni non hanno partecipato al voto mentre il consigliere del Pd Massimo Mandarano si è astenuto. Dunque, entro il 2019 ad Ancona i locali con slot machine, video lottery e video poker, passeranno dagli attuali 118 a 5. Il nuovo regolamento applica la legge regionale 3 del 2017 che vietata l‘ubicazione delle sale da gioco a meno di 500 metri da luoghi sensibili come scuole, università, istituti di credito, sportelli bancomat, uffici postali e Compro Oro. Per quanto riguarda gli orari di servizio delle sale da gioco negli esercizi autorizzati, l’attività è autorizzata per massimo 10 ore al giorno. Per le sale giochi dalle 14 alle 24, per i giochi presenti nei bar e nei ristoranti dalle 10 alle 20. Al di fuori degli orari previsti le sale giochi dovranno restare chiuse al pubblico e gli apparecchi con vincite in denaro dovranno essere spenti. Per chi non rispetta le regole sono previste sanzioni da 200 a 6 mila euro.
L’assessore alle Politiche Sociali, Emma Capogrossi ha ricordato che «per quanto riguarda la possibilità per i Comuni di indicare luoghi sensibili ulteriori rispetto a quelli già presenti nella legge, le verifiche effettuate hanno evidenziato come la Legge operi, su Ancona, una copertura pressoché totale. Infatti, semplicemente seguendo le indicazioni della Legge regionale, i locali con giochi passeranno dagli attuali 118 a 5 entro il 2019- commenta l In questo modo sarà un’Ancona No slot». Secondo la capogruppo del Pd, Loredana Pistelli «il lavoro fatto è un buon punto di partenza».
Per nulla soddisfatti del regolamento i consiglieri del Movimento 5 Stelle. Dei 13 emendamenti presentati ne sono stati approvati quattro. «Ad Ancona nel 2016 sono stati complessivamente giocati 101,81 milioni di euro, rispetto al 2015 si è registrato l’incremento dell’8.7% delle giocate complessive. Considerato che su una popolazione di poco più di 100 mila abitanti i giocatori potenziali sono circa 86.000 di cui presumibilmente gioca il 25%, ovvero circa 22 mila persone, pro/capite, annualmente in media, vengono giocati oltre 4.600 euro di cui circa il 45% in slot e VTL- dichiara Daniela Diomedi (M5S)-. Il gioco d’azzardo però non è e non può essere considerato alla stregua di un qualsiasi settore economico. È molto ma molto più ricco ed è, paradossalmente, un “servizio pubblico che può causare dipendenza patologica”.
Le amministrazioni locali dovrebbero essere focalizzate proprio su questo aspetto, poiché è demandata loro la tutela della salute dei propri cittadini: questo è il suo interesse generale ed è di rango costituzionale e non prevalga l’interesse particolare che coincide col lauto profitto per pochi. Sul Comune grava una responsabilità determinante ovvero la tutela della sfera degli interessi e dei diritti dei propri amministrati, in particolare della loro salute. Nell’esercizio della potestà regolamentare, non può/non deve abdicare al proprio ruolo! Alcuni Comuni hanno dimostrato e dimostrano questa assunzione di responsabilità e questa consapevolezza; altri, come il Comune di Ancona, non lo fanno. Anche qui si sarebbe potuto regolare il fenomeno in piena autonomia, senza cedere all’interesse speculativo di pochi, ma qui non ha prevalso l’interesse generale su quello particolare. Speriamo che Ancona non faccia scuola. È un cattivo esempio».