ANCONA – L’area ex Stracca, dove sarebbe dovuto sorgere un condominio green, lascia una ferita aperta nel centro di Ancona. Stalli sottratti ai parcheggi, una gru da rimuovere al più presto, un doppio senso di circolazione che non si sa quando sarà ripristinato, disagi per la circolazione, disagi amplificati per i residenti.
E un procedimento di liquidazione giudiziale della Cap Costruzioni, l’impresa che fa capo al costruttore Stefano Ascoli, colui che nel 2021 aveva rilevato l’area per trasformarla in un edificio con una cinquantina di appartamenti, che ora apre un enorme punto interrogativo per tante famiglie che in quel progetto e in quel cantiere hanno creduto e investito i propri risparmi.
I residenti del quartiere Santo Stefano sono assediati dai cantieri: ci sono quelli privati, come appunto quello di via Montebello, ex Stracca, ma anche quello adiacente, e poi ci sono quelli pubblici, a poche centinaia di metri, come quello del palasport di via Veneto o quello della scuola Leopardi. Insieme ad altri piccoli cantieri privati che sottraggono ulteriormente spazi di parcheggio. A questi si aggiungerà presto quello dell’ex Ipsia, proprio a fianco all’ex Stracca, e successivamente e più in basso l’ex Inps che sarà trasformato in una cittadella della giustizia. Intanto via Palestro, via Montebello, via Curtatone, via Leopardi e via Redipuglia e strade limitrofe vedono aumentare il malessere e le difficoltà di chi ci abita e ogni giorno deve fare i conti con i problemi di parcheggio ma anche con quelli del traffico caotico che si scatena all’apertura e alla chiusura delle scuole.


«In quella zona ci sono palazzi degli anni Cinquanta e Sessanta che non hanno garage, ma ci sono anche numerosi cantieri che hanno sottratto posti – commenta il sindaco Daniele Silvetti –. I cantieri, però, sono frutto di una riqualificazione della città di cui abbiamo un gran bisogno. C’è disagio ma c’è anche una risposta con cui si riqualifica un immobile in disuso o in degrado, con cui si rifanno le strade. Non si può riqualificare una città senza cantieri. I cittadini hanno giuste pretese e aspettative, ma che necessitano di un percorso di progettazione e di investimenti. Quanto al PalaVeneto, tra un anno dovremmo essere in dirittura d’arrivo. Quello che preoccupa maggiormente è il cantiere di via Montebello, che è privato e per il quale non so quanto snella potrà essere la procedura di liquidazione. L’unica cosa certa, al momento, è la nostra iniziativa che mira a far rimuovere la gru che insiste su suolo pubblico. Abbiamo attivato tutte le procedure con la prefettura, decorsi i termini procederemo in modo unilaterale».